Ticino e Grigioni

Elena Zhemkova: “Credo nell’essere umano, anche in Russia”

Intervista alla premio Nobel per la Pace 2022, co-fondatrice di Memorial, un’organizzazione che studia e raccoglie le prove delle repressioni politiche

  • 27 settembre 2023, 05:50
  • 27 settembre 2023, 05:50

Un'intervista con Elena Zhemkova, premio Nobel per la Pace

Telegiornale 26.09.2023, 20:31

  • Keystone
Di: Tg/RedMM

Elena Zhemkova è premio Nobel per la Pace nel 2022. È co-fondatrice di Memorial, un’organizzazione che studia e raccoglie le prove delle repressioni politiche avvenute durante il regime sovietico e sostiene le vittime politiche nella Russia contemporanea dove l’organizzazione attualmente non può lavorare. Una mostra - che raccoglie parte del materiale degli archivi di Memorial - è stata aperta all’USI e potrà essere visitata fino alla fine della settimana.

Storie di uomini e donne rinchiusi nei gulag, di bambini che vi nascevano, di uno Stato che non ammetteva le critiche e voleva decidere del destino di ogni persona. Una mostra quella di Lugano che vuole ricordare che però, nonostante tutto, si può restare umani. Dice Zhemkova:

“Il nostro passato è la base del nostro presente e del nostro futuro. Se nel nostro passato ci sono stati crimini rimasti impuniti, l’ingiustizia e l’impunità si ripercuotono sull’oggi e il domani. Il governo russo vuole nascondere il passato e lo distorce perché sa che oggi sta commettendo un nuovo crimine. Modificare il passato è una grande azione di propaganda e non può essere fatta se c’è chi ricorda come è andata davvero”.

Ma come raggiungere persone che magari si trovano dietro un muro di propaganda?

“La propaganda è molto difficile da affrontare perché è molto potente. Ma io ho fede nell’essere umano. Credo che se parli con una persona puoi raggiungere la sua mente e il suo cuore. Sono molte le persone che pensano che la dignità e la vita umana sono importanti. E si possono risvegliare anche uno alla volta. Ognuno di noi può essere una persona ordinaria, ma insieme siamo molto forti. È molto importante anche sostenere tutti i media indipendenti che dicono la verità”.

Come vede il futuro del suo Paese?

“La situazione in Russia è difficile. E temo che anche la generazione dei miei nipoti pagherà le conseguenze della guerra. Ho però speranza in tutte le persone che conoscono il significato della solidarietà sia in Russia sia in Europa. In Europa in particolare vedo molte persone che stanno dimostrando grande solidarietà sia al popolo ucraino sia al popolo russo, che stanno resistendo al regime o che ne sono vittime”.

La guerra ava avanti da molto tempo. Questo aiuta le persone in Russia a capire cosa sta accadendo oppure ci si sta abituando?

“Purtroppo ci si abitua presto a molte cose terribili, in parte sta già accadendo. Ma io spero che questa guerra apra sempre di più gli occhi alle persone, che porti la gente a smettere di credere nel regime e sostenerlo”.

Qual è il messaggio che volete trasmettere con la mostra di Lugano?

Prima di tutto spero che saranno in molti a visitarla, perché è un lavoro importante. Spero che le persone si rendano conto che i diritti umani e le violazioni dei diritti umani non sono una questione che riguarda un solo Paese. Che se non stiamo attenti quei crimini verranno commessi vicini a noi o dove siamo noi. È importante capire che la vita umana non ha prezzo e che lo Stato deve garantire il bene dell’essere umano, perché la base è l’uomo, la sua vita, la sua dignità, il suo destino. E naturalmente la sua memoria”.

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