Se il mercato del vino langue, quello dei cosiddetti “spirits” non sembra risentire della crisi. Nella sola Italia, le vendite hanno infatti registrato nel 2024 una crescita del 6,4%. A fare da traino è soprattutto il gin che registra un incremento del 15%. Un successo testimoniato anche dal numero di nuove etichette presenti sul mercato internazionale, che, secondo gli esperti, superano le 700 all’anno.
E in Ticino? Anche da noi c’è fermento intorno a questo distillato a base di ginepro, nato nell’ XI secolo ad opera dei monaci benedettini della Scuola medica di Salerno. Se il primo gin ticinese, il “Bisbino”, è stato creato a Sagno nel 2016 da un gruppo di amici, oggi le etichette si sono moltiplicate. Dal “Morcote”, al “Fullmoon”, dal “Moritz”, al “Desert Rose”: si tratta quasi sempre di produzioni artigianali, più o meno grandi. Fra le ultime arrivate in Ticino, la distilleria Ferro, dal nome della famiglia lombarda che ha scelto Balerna per lanciare i suoi gin. “Abbiamo 4 etichette – racconta Luca, uno dei fondatori – la nostra ambizione è arrivare a produrre 20’000 bottiglie di PYT, destinate al mercato Svizzero e Italiano”. Espressione danese che significa “vivi con leggerezza”, il PYT è un prodotto artigianale, distillato e imbottigliato nello stabilimento di Balerna inaugurato lo scorso anno con un investimento di 500’000 franchi.
La base del Gin è semplice: alcol, acqua, bacche di ginepro cui si aggiungono delle botaniche o spezie: dal mango, al lime, dal cumino al cardamomo, dalla salvia al sale, nei diversi PYT se ne contano da un minimo di 7 fino a 14. Una varietà di aromi e di profumi che è possibile apprezzare al Gin 8 di Locarno: la prima gintoneria in Ticino aperta da due giovani gerenti nel 2020. “Al momento siamo quasi sulle 200 etichette - afferma con soddisfazione Nicola Villan - scegliamo i gin in base alla loro diversità, da tutte le parti del mondo. Chi viene qua vuole provare qualcosa di diverso non le solite 40, 50 etichette che si vedono sempre in giro.” Una paletta di sapori quasi infinita, quella proposta a Locarno, dove non mancano le stranezze: come l’Omard all’aroma d’aragosta, o il gin al tartufo bianco di Alba.
C’è chi lo distilla, chi propone a un pubblico spesso molto giovane l’etichetta rara, chi ancora dedica al Gin dei corsi di bartending. È il caso di Roger Docourt: due volte campione svizzero di bartender, che nella sua scuola di Mezzovico insegna a futuri barman o a semplici appassionati, come preparare un cocktail perfetto: dal classico Gin Tonic, al recente basil smash a base di basilico. Sì perché il gin non si beve quasi mai liscio. “ Il gin ha successo – secondo Docourt – perché è trasversale, polivalente, si possono usare per distillarlo 60 botaniche, una volta nei bar si contavano 2 o 3 etichette, ma oggi c’è un vero e proprio boom del gin”.
L’interesse crescente per questo distillato, si deve secondo Docourt a un’intuizione degli inglesi Hendrick’s, i primi intorno al 2000 a utilizzare due botaniche particolari: il cetriolo e la rosa bulgara. Ampliamento delle botaniche, moltiplicazioni delle etichette, un’equazione che ha trasformato il gin in un prodotto sempre più popolare, tanto che da quest’anno ha fatto la sua comparsa anche alla fiera di San Provino. Merito di una figura nota nel mondo della distillazione artigianale: Mattia Regazzoni, in arte l’alchimista Ticinese. Fullmoon, bloodmoon e Titania – quest’ultimo prodotto addirittura con funghi porcini – i tre gin prodotti da questo eccentrico personaggio, che coltiva o raccoglie personalmente le botaniche dei suoi distillati. Produzione limitata a 150 bottiglie per etichetta, grazie alla sua proposta Mattia lancia un messaggio indiretto alla tradizione ticinese che lega la distillazione alla grappa.
“Il gin – afferma - è un ottimo distillato da cui cominciare a distillare. Perché anche il gin più semplice è un buon gin. Infatti, incoraggio a chiunque voglia distillare, se vuole partire da un distillato, il gin!”. Un incoraggiamento che si è concretizzato nelle serate organizzate a Lugano da Mattia e l’artista Gaba Müller: art and alchemy. Frequentate in tre anni da 1500 distillatori in erba e che con la supervisione dell’alchimista Ticinese possono realizzare il proprio gin personalizzato al 100%, scegliendo le botaniche, il nome e disegnando l’etichetta. E allora cincin, anzi gin gin.