Ticino e Grigioni

Il nodo intermodale di Locarno? “Uno scempio urbanistico”

Ne sono convinti i promotori del referendum cantonale “Salva Viale Cattori”, che hanno preso posizione martedì, ribadendo che se venisse bocciato non si perderebbero i sussidi federali - I cittadini voteranno il 15 giugno

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Le ragioni del no al nodo intermodale di Muralto

Il Quotidiano 20.05.2025, 19:00

Di: Il Quotidiano/M. Ang. 

“Salva Viale Cattori”, l’appello lanciato a novembre è stato sottoscritto da circa 10’000 cittadini. Un referendum cantonale riuscito che va contro la decisione del Gran Consiglio di stanziare un credito di 17 milioni di franchi per il nodo intermodale di Locarno. Centrale la preoccupazione per la strada che dalla stazione FFS scende al lago, pochi metri che rischiano di mettere a repentaglio la riorganizzazione del comparto.

“Proprio in questi pochi metri dovrebbero passare 250 bus al giorno, il che renderebbe la situazione insostenibile nella zona turistica più interessante e più piacevole del centro di Locarno. Perché non dimentichiamo che siamo a Muralto ma questo è il centro di Locarno”, dice alle telecamere del Quotidiano della RSI Renza De Dea, presidente del comitato “Salva Viale Cattori”.

Le problematiche del progetto però sarebbero anche tante altre. “Sono l’importo oneroso di 17 milioni che si chiedono ai contribuenti per realizzare una soluzione che non risolve. Non risolve la principale problematica dell’attraversamento stradale dei pedoni perché non ci sono i fondi. Non comprende l’indispensabile Autosilo, perché non è ancora stato pianificato”, spiega Gianluigi Varini del comitato “Salva Viale Cattori”. Inoltre impedirebbe lo svolgimento di manifestazioni sul lungo lago. Insomma avrebbe un impatto negativo su tutto, commercio e turismo compresi.

Le soluzioni percorribili ci sarebbero, la presidente del comitato ne è convinta. “Per realizzare questo nodo intermodale, contro il quale noi non siamo assolutamente contrari, c’è un terreno di ben 10’000 metri dietro la stazione dove si potrebbe realizzare tutto quello che tecnicamente è necessario”, dice Renza De Dea. Un terreno che appartiene alle FFS e che probabilmente diventerà edificabile con il nuovo piano regolatore. Per i referendisti si è scelto il progetto peggiore fra i 4 finalisti. “Non stanno facendo ordine ma stanno facendo disordine. Ci vuole sicuramente un nuovo concetto che migliori e valorizzi il comparto ma non con uno scempio urbanistico come quello che vogliono realizzare”, sottolinea Gianluigi Varini, del comitato.

La palla passa ora nelle mani dei cittadini ticinesi, che si esprimeranno sul tema il 15 giugno prossimo.

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