Ticino e Grigioni

Impennata delle procedure di fallimento in Ticino

Sono dovute a una legge federale che è entrata in vigore il 1° gennaio e che vuole fare pulizia in settori sensibili come l’edilizia e la ristorazione

  • 2 ore fa
Nella foto l'interno di un ufficio dei fallimenti ticinese
07:08

In Ticino triplicate le procedure fallimentari

SEIDISERA 14.11.2025, 18:00

  • © Ti-Press / Samuel Golay
Di: Francesca Calcagno 

L’aumento è “fortissimo” secondo Fernando Piccirilli che è il capo della sezione ticinese di esecuzione e fallimento. La legge è quella che permette ai cantoni di avviare procedure di fallimento per le aziende che hanno debiti con lo Stato, con le casse pubbliche come l’AVS, l’invalidità o la disoccupazione.

I settori più toccati sono l’edilizia, la ristorazione e i servizi. I dati delle procedure di fallimento non sono pubblici, ma sappiamo che sono ben più di 10’000 solo in Ticino.

Un altro elemento interessante è che queste procedure nella maggior parte dei casi non finiscono in un vero e proprio fallimento, le aziende pagano i loro debiti con lo Stato. Significa che prima dell’entrata in vigore della nuova legge alcune società non pagavano i debiti con le casse pubbliche “per garantirsi – spiega Fernando Piccirilli - una maggior liquidità e quindi proporsi sul mercato con prezzi inferiori, nell’ambito dell’edilizia in particolare, e quindi facendo una sorta di concorrenza sleale alle ditte che assolvevano in pieno i loro i propri obblighi nei confronti di questo tipo di creditori”.

Il danno prima dell’entrata in vigore di questa nuova legge era doppio. Nella casse pubbliche mancavano soldi e in più queste aziende avevano un vantaggio concorrenziale sleale. Poi ci sono le aziende che davvero non avevano i soldi e quindi falliscono per davvero.

“Mi sento di dire anche parlando con i colleghi di altri cantoni ha portato a una sorta di pulizia - diciamo che sono sparite dal mercato le aziende non così solide.” Un’affermazione, quella del capo della sezione ticinese di esecuzione e fallimento che ci è stata confermata anche dal vicepresidente della Conferenza svizzera degli ufficiali di esecuzione e fallimento. Bogdan Todic ha detto alla RSI che in generale tutti i cantoni hanno registrato un aumento significativo delle procedure di fallimento, in particolare nei centri urbani che sono quelli in cui c’è una densità maggiore di società e che anche nel resto della Svizzera i settori più toccati sono l’edilizia e la ristorazione.

È troppo presto per dire se questo effetto “pulizia” sarà duraturo ma intanto gli uffici cantonali devono far fronte a una mole di lavoro decisamente superiore. In Ticino per il momento non sono previsti potenziamenti. Le discussioni tra politica e funzionari sono in corso.

Una 50ina di incarti all’anno finiscono in procura

Questa nuova legge ha anche il pregio di portare al fallimento più in fretta aziende che non hanno una vera attività. È importante perché queste società che chiamiamo vuote o dormienti spesso vengono utilizzate con scopi criminali. Peter Ranzoni è il perito contabile che in Ticino è incaricato di individuare delle procedure fallimentari sospette e segnalarle al ministero pubblico. In media invia una 50ina di incarti all’anno.

Ci può fare un esempio di incarti che ha visto recentemente?
“L’esempio classico riguarda quelle società che hanno già esaurito il capitale sociale perché hanno accumulato delle perdite ma che vengono comunque tenute a galla e così vanno avanti ad accumulare debiti anche nei confronti di altri creditori”.

Nei suoi incarti lei vede per lo più società che non tengono la contabilità da sempre o quando hanno difficoltà finanziarie. C’è la cattiva gestione che sono quelle società che sono già sommerse dai debiti ma non depositano i bilanci. Chi li commette questi illeciti?
“Si tratta soprattutto di persone che magari sono bravissime nel loro mestiere, ma hanno delle carenze a livello amministrativo. C’è gente che proprio non sa cosa vuol dire tenere la contabilità o che magari non è nemmeno cosciente di quello che impone la legge a livello di sorveglianza sul capitale sociale di un’azienda”.

Cosa ci può dire sul tessuto sociale ed economico ticinese? Chi sono gli imprenditori di oggi?
“Il tessuto sociale secondo me è composto soprattutto da aziende medio piccole, con imprenditori che magari fanno già fatica a mettere a disposizione i 20’000 franchi per costituire una SAGL e che chiaramente con un capitale così risicato, senza magari la possibilità di fare ulteriori versamenti per sostenere l’attività, poi diventa difficile superare periodi difficili come quelli del covid che abbiamo avuto recentemente”.

Ci sono imprenditori piccoli che spesso fanno fatica o non hanno le conoscenze e poi sappiamo che anche in Svizzera è accertata la presenza del crimine organizzato. La sentite più presente in Ticino la criminalità organizzata?
“Per noi come ufficio fallimenti è difficile accorgersi di questo tipo di fenomeno. Resta appunto il fatto che i settori più rappresentati effettivamente sono quelli dell’edilizia e della ristorazione, che sono quelli dove è più facile che si trovino certe infiltrazioni”.

In questi sei anni è riuscito a fare un lavoro efficace?
I primi anni si è lavorato parecchio su dossier già chiusi in passato e che coinvolgevano magari la stessa persona in più in dossier diversi. E quindi mi è capitato di fare segnalazioni che riguardassero magari 5 o 6 fallimenti. Oggi come oggi invece siamo molto più sul fallimento singolo. Questo vuole anche dire che si è riusciti a fare un po’ di pulizia in questo ambito”.

Il lavoro però in questo settore rimane sempre tanto...
Di lavoro ce ne è, anche perché quella del traghettatore di imprese in difficoltà è una figura ambita e c’è chi esce, ma c’è anche chi entra”.

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