L’orso è tornato nei Grigioni. È una certezza. Anche se avvistamenti non ci sono finora stati, le tracce trovate nella neve e nel terreno in Bassa Engadina nelle ultime settimane non lasciano spazio a dubbi. “Come ogni anno in primavera, abbiamo la prima prova di un orso”, ha detto ai microfoni di Grigioni sera il responsabile Grandi predatori dell’Ufficio per la caccia e la pesca, Arno Puorger.

Le impronte sono state rinvenute in due occasioni, l’ultima pochi giorni fa nel territorio comunale di Scuol, in Val S-charl, proprio dove nel 1904 fu ucciso l’ultimo esemplare in Svizzera. Oggi, osserva Puorger, i plantigradi arrivano nei Grigioni dall’Italia.
“Il numero degli orsi in Trentino negli ultimi anni è cresciuto”, prosegue Puorger. “Una cosa importante per quel che riguarda il Cantone dei Grigioni è che si tratta sempre di giovani orsi maschi, che vanno via cercando altri posti per vivere e anche magari cercando una presenza di femmine che non trovano da nessuna parte.” Purtroppo per loro, anche in Bassa Engadina restano soli soletti a scorrazzare tra boschi e pascoli, e quindi negli ultimi anni hanno attraversato il confine per tornare in Italia senza dare vita a conflitti rilevanti.
È impossibile prevedere dove si dirigerà l’orso arrivato nei Grigioni e come si comporterà. Tutto dipende, chiarisce Arno Puorger, dal singolo esemplare. “Un orso che magari è troppo abituato alla gente, può creare grandi problemi, come quello che in Val Poschiavo ha causato danni e alla fine ha dovuto essere ucciso”.
Invito a segnalare
L’Ufficio per la caccia e la pesca ha spedito SMS ad apicoltori, contadini ed allevatori per alzare la guardia ed evitare così sgradite sorprese. A volte sono proprio gli abitanti delle valli a segnalare le tracce alle autorità. “Questo è una cosa che speriamo la gente faccia”, conclude Puorger.