In tutta la Svizzera, università, scuole universitarie professionali, istituti di ricerca e alte scuole pedagogiche si stanno mobilitando per contrastare le molestie sessuali e promuovere ambienti accademici più sicuri e rispettosi. Anche in Ticino, gli istituti universitari aderiscono alla campagna nazionale promossa da swissuniversities a favore di un ambiente di studio e di lavoro più rispettoso.
L’USI ha quindi introdotto la figura del consulente rispetto, con l’obiettivo di offrire un riferimento chiaro per affrontare situazioni legate a molestie o violazioni dell’integrità personale. L’obiettivo è fornire strumenti concreti a tutta la comunità accademica per riconoscere i comportamenti inappropriati e non normalizzati.
Il nuovo sistema dell’USI prevede contatti interni ed esterni per le segnalazioni informali, mentre il consulente rispetto gestirà i casi formali. Una giurista sarà incaricata di ascoltare le parti coinvolte, inclusi eventuali testimoni, e di valutare possibili sanzioni.
L’iniziativa si inserisce nella terza edizione della campagna nazionale contro le molestie sessuali, che mira a sensibilizzare anche l’ambito universitario, contesto non esente da dinamiche di abuso. L’USI, come altri atenei svizzeri, si prepara a monitorare la situazione interna. Attualmente, il Servizio Pari Opportunità gestisce una decina di segnalazioni informali all’anno, alcune delle quali evolvono in procedure formali. “Le persone arrivano da noi e chiedono se ciò che vivono è sessista o inappropriato, perché non ne sono certe,” spiega Francesca Scalisi, referente del Servizio Pari Opportunità dell’USI.
Danuscia Tschudi, ricercatrice alla SUPSI specializzata in studi di genere, definisce le molestie sessuali come “qualsiasi comportamento a sfondo sessuale o legato al genere percepito come indesiderato e lesivo della dignità”. Secondo lei, la percezione della vittima è centrale. Le donne e le persone in formazione risultano le più esposte, soprattutto in contesti con forti gerarchie.
“La molestia sessuale non è solo un fatto individuale, ma riflette strutture di potere,” sottolinea Tschudi intervistata da SEIDISERA. Per Scalisi, è essenziale che chi ricopre ruoli di responsabilità riceva una formazione adeguata, così da promuovere un cambiamento culturale all’interno dell’intera comunità accademica.