L’episodio scatenante è stata la predazione di almeno sette capre nella notte tra il 29 e il 30 maggio scorso nella zona di Campo, sopra San Carlo, frazione di Cevio, in Val Bavona. La morte degli animali da reddito, non proteggibili, è stata ricondotta, in base alle analisi genetiche, a un singolo lupo. Un lupo che non sapeva contare, visto che ha azzannato due capre di troppo: l’Ordinanza federale sulla caccia e la protezione dei mammiferi e degli uccelli acquatici (OCP) stabilisce infatti che un “danno ad animali da reddito causato da un singolo lupo è considerato rilevante, se nel suo areale abituale di attività sono uccisi almeno sei ovini o caprini nell’arco di quattro mesi”.
Il superamento del limite, assieme a tutta una serie di altre considerazioni, come l’esclusione che si tratti del branco dell’Onsernone, viene citato tra le “premesse” che hanno indotto il Consiglio di Stato a firmare, lo scorso 18 giugno un’autorizzazione per l’abbattimento di un lupo in Val Bavona. La decisione è apparsa lunedì sul Foglio ufficiale e avrà una validità di 60 giorni.
Ogni misura di questo tipo deve ottemperare a tutta una serie di condizioni, che ne limitano difatti il numero. “Attualmente abbiamo attivo un secondo ordine di abbattimento reattivo di un singolo lupo, tra la Leventina e la valle di Blenio”, afferma, da noi contattato, Tiziano Putelli, capo dell’Ufficio della caccia e della pesca. Precisando che “nel 2025, al momento, non è stato abbattuto alcun lupo”.
Ogni ordine di abbattimento, continua il capoufficio, “ha le sue difficoltà. Nel caso specifico del comprensorio della valle Bavona, in base ai dati in nostro possesso, abbiamo escluso il coinvolgimento di un branco e attribuito l’attacco ad un lupo singolo in merito al quale abbiamo poche informazioni. Sarà il monitoraggio intensificato e il lavoro dei guardacaccia a portare ulteriori elementi per questo abbattimento”.
Quindi al momento, spiega Putelli, “la maggiore difficoltà è la mancanza di informazioni sul comportamento di questo esemplare, in particolare l’area che occupa e i suoi spostamenti. Inoltre va considerato che con l’apertura della funivia San Carlo-Robiei, ci sarà certamente un aumento del disturbo per il predatore che potrebbe lasciare la zona”.

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Notiziario 23.06.2025, 15:00
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