Sbloccare il telefono, inquadrare un codice QR e autorizzare il pagamento. Una serie di gesti che sono ormai entrati nella nostra quotidianità ma che a volte nascondono insidie. Soprattutto per i venditori.
Il passaggio dal contante al digitale è ormai un fenomeno affermato, tanto che in Svizzera due terzi dei pagamenti avvengono tramite carta o smartphone, come nel caso di TWINT. Una questione di praticità, che relega le corse verso il bancomat al passato ma che mette d’accordo più gli acquirenti che gli esercenti.
“Sicuramente è pratico ma, come le cose pratiche e comode, è oneroso. Le commissioni addebitate sono importanti per i commercianti (non per il TWINT privato, tra amici, perché quello è ancora gratuito)”, spiega al Quotidiano Gabriele Papa, titolare della Macelleria Marsa. Dal canto suo Giovanni Mattei, titolare del Bar Teatro, sottolinea come il sistema di pagamento con lo smartphone faciliti il fondo cassa “ma c’è il problema delle commissioni e del tempo che prende la verifica di un pagamento”.
In fondo si tratta soprattutto di una questione di abitudine, che però incontra ancora qualche resistenza. “Non vale la pena... Ci sono le commissioni. Al mercato poi è impossibile quando c’è gente che aspetta.... Secondo me i giovani dovrebbero avere dei contanti in tasca... ”, sostiene Claudio Guerra, titolare dell’Agriturismo La Ciossa.
Alle commissioni si aggiunge anche il rischio di essere truffati, ad esempio quando vengono mostrate false conferme di pagamento. Un fenomeno che per il 2025 non ha ancora fatto registrare denunce, ma non per questo assente. Capita spesso che qualcuno cerchi di fare il furbo, racconta Giovanni Mattei, titolare del Bar Teatro. “Ce ne accorgiamo quando, ad esempio, non ti fanno vedere subito la schermata.... Dopo qualche secondo dalla transazione arriva un’email, con l’importo. Il problema è che, ogni tanto, quando ci sono tanti pagamenti TWINT, diventa difficile individuare il pagamento esatto”.
Renato Pizolli, portavoce della polizia cantonale, spiega che i nuovi mezzi di pagamento, come tutte le cose, presuppongono determinate attenzioni. “Prima di tutto non bisogna fare pagamenti quando non si sa a chi si sta dando il denaro. E quando si riceve il pagamento bisogna essere sicuri che la transazione sia andata a buon fine. Vuol dire che non dobbiamo accontentarci di guardare lo schermo del telefono di chi ha pagato, ma dobbiamo guardare il nostro terminale. Altrimenti si può cadere in facili inganni”.
Ed è per ovviare a questo problema che TWINT ha da poco introdotto le notifiche di pagamento per gli esercenti. Sicuramente un aiuto in più. Ma rimane una buona abitudine prestare attenzione.