Ticino e Grigioni

Sempre più famigliari rinunciano all’eredità

Tra i motivi anche il fatto che le prestazioni complementari percepite devono essere restituite dagli eredi - L’intervista a Fernando Piccirilli, capo della sezione ticinese di esecuzione e fallimento

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Le eredità rifiutate

Il Quotidiano 27.11.2025, 19:00

Di: Il Quotidiano-Barbara Botti/M. Ang. 

Le cifre della sezione ticinese di esecuzione e fallimento fotografano un fenomeno in crescita, quello di chi decide di rinunciare a un’eredità (dal 26,6% del 2022 al 31,9% del 2023 al 31,7% del 2024). E quando tutti i famigliari, appunto, rinunciano a un’eredità la legge prevede che, a essere responsabile della liquidazione, sia l’Ufficio fallimenti. Ufficio che se ne occupa come se si trattasse di una procedura fallimentare di una ditta e parliamo di quasi un terzo di tutte le pratiche di un anno.

Un aumento che ha due spiegazioni per il direttore della sezione competente. “Questo è principalmente, a mio giudizio, dovuto in parte ai legami sociali, che sono divenuti un poco più labili nel corso dei tempi, e poi soprattutto a una modifica legislativa introdotta in ambito di assicurazioni sociali a partire dal 2021, che prevede la restituzione delle prestazioni complementari percepite legalmente. Tengo a precisare anche le prestazioni complementari percepite legalmente devono essere restituite dagli eredi e questo porta spesso a una rinuncia totale dell’eredità”, spiega Fernando Piccirilli, capo sezione ticinese di esecuzione e fallimento.

Prestazioni complementari che, ad esempio, hanno aiutato in vita la persona a coprire il proprio fabbisogno vitale e le spese di malattia e che appunto, dal 2021, vanno rimborsate solo se l’eredità è superiore a 40’000 franchi. Eppure chi rifiuta l’eredità lo fa ancora prima di sapere se ci sono debiti o no. “Loro partono dal presupposto che è meglio rinunciare. La procedura corretta per un erede sarebbe quella di rivolgersi all’autorità competente, quindi alla Pretura, e chiedere l’inventario della successione, in maniera da poter poi decidere con cognizione di causa se rinunciare o meno”, spiega Piccirilli.

Gli eredi hanno tempo tre mesi dopo il decesso del famigliare per decidere se rinunciare all’eredità. Un tempo in cui si può chiedere alla Pretura l’inventario della successione per avere una fotografia chiara di quello che li aspetta. “Il codice civile di diritto ereditario prevede che in caso di rinuncia dell’eredità, se al termine della successione della liquidazione quindi pagate tutte le spese, risulta un attivo, questo deve essere ritornato agli eredi come se non avessero rinunciato all’eredità”.

Un fenomeno, quello della rinuncia, che tocca anche altri cantoni, alcuni con percentuali simili al Ticino, altri come Basilea città dove si sfiora il 60% di rifiuto dell’eredità.

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