"Abbiamo tanta clientela italiana che viene da noi a mangiare, per cui ora siamo delusi", si esprime così Anna Biffi, gerente del Furmighin di Sagno, riferendosi alla decisione di escludere le osterie e i grotti ticinesi dalla guida italiana "Slow Food" delle "Osterie d'Italia". La ristoratrice, come tanti altri suoi colleghi, ha appreso la notizia dalle colonne del Caffè.
Il presidente di Slow Food in Ticino, Mario Ferrari, spiega ai microfoni della RSI che l'esclusione è dovuta ufficialmente a motivi di origine finanziaria, ma i prezzi - secondo lui - non c'entrano: "Quelle pagine volevano usarle per l'Italia".
Massimo Suter, presidente di Gastro Ticino, si rammarica per la perdita di una simile vetrina: "Lo slow food è un settore di nicchia e chi lo pratica solitamente è un po’ discosto dalle classiche vie turistiche, quindi la presenza sulla guida rappresenta un aiuto tangibile per potersi vendere all’esterno" .
Nel frattempo, in Ticino si sta lavorando all'allestimento di una vera e propria guida regionale da mettere online entro la prossima primavera.
CSI/CaL