Il nuovo centro per richiedenti l’asilo aperto da pochi giorni in Val Monastero, a Valchava, non ha certo debuttato sotto una buona stella. Benché sia dotato di ogni comfort, i quattordici cittadini eritrei destinati a essere ospitati in questa inedita struttura mercoledì hanno protestato vivamente tanto da attuare una sorta di contestazione.
I richiedenti l’asilo, in precedenza ospitati in località più turistiche come Davos o Laax o nella capitale cantonale Coira, si sentono persi nella quiete della Val Monastero, anche perché non è in grado d’offrire neppure supermercati o negozi in cui spendere i 12 franchi al giorno che ricevono.
A un cronista della "Südostschweiz" gli eritrei hanno espresso chiaramente la loro contrarietà all’idea di restare a Valchava, a circa due ore e mezza di treno da Coira, sentendosi appunto smarriti in mezzo alla natura. Il gestore dell’infrastruttura Werner Braun è invece ottimista, anche se rimarca quanto sia ovvio che persone ormai "abituate" alle stanze d’hotel singole si trovino male nel ritrovarsi in spazi comuni.
EnCa/ATS