Dagli Stati Uniti al Ticino, lo scetticismo verso la medicina e la scienza ha ripreso vigore con il ritorno al potere di Donald Trump e, da poco, è tornato a far capolino anche a sud delle Alpi. A chiedere più spazio per queste posizioni è l’associazione “No Vax”, presieduta dal noto dottor Werner Nussbaumer, che è stata creata pochi mesi fa per “non dimenticare la più grande truffa sanitaria, ovvero la pandemia da Covid”. L’associazione lunedì sera esporrà le sue tesi in una serata pubblica a Lugano. SEIDISERA ha tematizzato il fenomeno con lo stesso Nussbaumer, da un lato, e con la giornalista scientifica, Roberta Villa, che si è occupata molto di vaccini facendo anche parte del nucleo tecnico per la consulenza al governo italiano sulle vaccinazioni.

Il dottor Werner Nussbaumer
Un periodo, quello della pandemia, che secondo Nussbaumer non è servito a nulla: “La situazione - sostiene - non è migliorata da allora. Non si è capito niente. Si continuano a vaccinare le persone, per cui stiamo lottando per eliminare questo pseudo-vaccino”.
La battaglia tra efficacia e dannosità del vaccino anti-Covid si disputa a suon di studi, con il fronte degli scettici che è in netta minoranza. Ma, per la neonata associazione, manca anche in Ticino uno spazio per dialogare senza essere criminalizzati: “Non c’è mai stato sul Covid un dibattito tra medici e questa è una cosa gravissima, perché si tratta di un problema medico, non politico”, sostiene il presidente.
Le posizioni di Nussbaumer sono note e puntano su una medicina preventiva e naturale, in contrasto con gli interessi economici delle grandi industrie farmaceutiche. Una critica che arriva anche da oltreoceano, dove il trumpismo si è concretizzato nel ritiro di Washington dall’Organizzazione mondiale della Sanità e nella nomina di un convinto “No Vax”, Robert Kennedy junior, a ministro della Sanità: “Quello che avviene in America di solito dopo qualche mese succede anche da noi, quindi abbiamo molta speranza. Soprattutto dopo che il ministro Kennedy ha criticato moltissimo le industrie farmaceutiche dicendo loro che la medicina deve essere comandata dai medici”.
Negli Stati Uniti però, gli viene fatto notare, adesso che la gente non si vaccina è tornato il morbillo: “Il morbillo c’è sempre stato”, taglia corto Nussbaumer.
La consulente scientifica: “I vaccini sono i farmaci più sicuri e controllati”
A fronte degli auspici di Nussbaumer, la giornalista scientifica Roberta Villa obietta: “Nessuno vieta ai medici di fare i medici. Il punto è che c’è una medicina individuale e una di salute pubblica. Non tutti i medici hanno le competenze per valutare tutto. Questi movimenti spesso vogliono far credere che sia possibile, a livello individuale, riconoscere particolari fattori di rischio o situazioni nelle quali è sconsigliato vaccinare. La vaccinazione è un’attività che si basa su criteri più generalizzati e i vaccini sono i farmaci più sicuri e più controllati che abbiamo”.
Quanto alle prove che un minor ricorso ai vaccini possa creare problemi, Villa cita “la storia stessa della medicina, nel senso che l’introduzione dei vaccini ha drasticamente abbattuto da un anno all’altro i casi di poliomielite, o anche la mortalità per difterite”. A proposito dell’obiezione di Nussbaumer circa l’innocuità del morbillo, ribatte che “si tratta di un classico bias, nel senso che chi non c’è più non può dirci che non ha fatto nulla. Il morbillo non è affatto una banale malattia esantematica (che causa un’eruzione cutanea diffusa, ndr)“.
C’è poi la guerra delle ricerche a sostegno di tesi opposte sull’efficacia dei vaccini. “Non è che tutto gli studi abbiano lo stesso peso. Il New York Times, quest’estate, ha fatto un bellissimo lavoro di confronto tra gli studi che confermavano un legame tra vaccinazione e autismo e quelli che lo smentivano. È risultato evidente che quelli che suggerivano questo nesso o erano legati a persone con forti interessi economici, perché interessi ci sono anche da parte dei medici che offrono trattamenti per liberare dalla tossicità dei vaccini, oppure sono stati ritirati dalle riviste scientifiche perché non condotti in maniera scientificamente rigorosa”.
In conclusione, Roberta Villa concorda che è sbagliato, oltre che controproducente, sbeffeggiare le famiglie che hanno riserve nei confronti dei vaccini, ma “è altrettanto nostro dovere informarci per poter proteggere i nostri bambini da conseguenze peggiori”.









