Era attesa, oggi, la riunione della Commissione Gestione e finanze del Gran Consiglio ticinese. All’ordine del giorno, la richiesta dell’MPS di prendere in mano la vicenda legata ad Eolo Alberti (ancora attualmente sotto inchiesta penale), alla ditta Hospita Suisse, alla nomina di Alvaro Camponovo quale procuratore, e via elencando. Quella che più di uno ha definito “combine” per la spartizione del potere e delle poltrone, in un gioco di affari e favori personali. Sul tavolo la possibilità di esercitare l’alta vigilanza, o anche una commissione parlamentare di inchiesta.
Un tema che sta diventando sempre più articolato e complesso, ma anche sempre più rovente: tanto che ha portato alle preannunciate dimissioni dalla Lega e dalla carica di gran consigliera, di Sabrina Aldi, comunicate stamattina.
L’ultimo capitolo della vicenda nasce dall’interrogazione del MPS di una settimana fa e intitolata “Sabrina Aldi, Cristina Maderni, Alvaro Camponovo o Eolo Alberti, Claudio Camponovo, Norman Gobbi, Claudio Zali: tanti soldi, sponsorizzazioni, politica e magistratura e... tanto altro”. Un’interrogazione che tramite l’ufficio presidenziale del Parlamento, è giunta anche sui tavoli della Commissione Giustizia e diritti e della Gestione-Finanze. E se la prima, in sostanza, ieri non ha deciso alcunché perché non competente, il quesito affrontato oggi era cosa fare davanti sì a un’interrogazione che è all’indirizzo del Governo, ma che espone una situazione che tocca tutti e tre i poteri dello Stato: dall’aspettare le risposte del Governo a chiedere l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta, passando dall’attivazione dell’alta vigilanza. Tutto era aperto e tutto, lo diciamo subito, è rimasto aperto anche dopo la riunione fiume.
“Non siamo arrivati oggi ad una conclusione, ma ci troveremo nelle prossime settimane per una, forse più commissioni ad hoc per approfondire il tema, che è estremamente ampio e complesso. Motivo anche per cui ci si deve dare il giusto tempo e la giusta analisi della situazione perché coinvolge sostanzialmente tutti i poteri dello Stato, con sfaccettature e responsabilità diverse”, ci dice il presidente della Commissione Fabrizio Sirica.
Quanto alla tempistica, “nelle prossime settimane, ci sarebbe stata la pausa estiva”. Tuttavia la Commissione è “concorde nel dover continuare e dare una risposta, quanto più possibile celere, ai vari quesiti emersi, ai vari ambiti di responsabilità”. Quindi non c’è ancora una data: “dovremo stabilirla”, prosegue Sirica, “perché ci sia la massima partecipazione, la massima rappresentanza politica di tutti i partiti presenti in Commissione e nelle prossime settimane agenderemo appunto una o più riunioni per continuare ad approfondire e chiedere ai servizi adeguati ulteriori approfondimenti”.
E uno degli approfondimenti, oltre agli spazi e ai limiti di manovra della Commissione - per i quali si interpella anche il servizio giuridico del Parlamento - sarà capire se la discussione e le decisioni potranno essere fatte a ranghi completi o se ci sia invece un conflitto di interesse di alcuni dei suoi componenti: nella fattispecie i tre leghisti Michele Guerra, Boris Bignasca e Daniele Pittaluga. Intanto “per opportunità i tre membri della Lega hanno abbandonato la riunione. Sarà fatta una verifica più avanti se saremo in conflitto di interessi, e pertanto niente: oggi non abbiamo partecipato alla discussione”, spiega Piccaluga.
Sirica precisa infine che “uno degli aspetti che ulteriormente approfondiremo” sarà legato alla possibilità della loro partecipazione e, quindi, anche del poter dare il loro voto sulla decisione da prendere.
L’estate insomma è cominciata, ma non per tutti: la Commissione Gestione e Finanze farà i tempi supplementari. Un’eccezione che non è però un unicum. L’anno scorso, infatti, la stessa cosa capitò in relazione alle vicissitudini del Tribunale penale cantonale.