Nulla anche vedere con il cinema. L’omonimia con il celebre film di Polo Sorrentino è intenzionale, ma solamente per sottolineare la grande bellezza della musica d’autore italiana. È questa infatti la protagonista di un piccolo festival, ideato e curato da Pippo Pollina, che giunto quest’anno alla sua quinta edizione, si toglie la sordina e dichiara le sue ambizioni: diventare il più grande festival in Svizzera della musica d’autore italiana.
Merce rara in apparenza, eppure vanta ancora un popolo affezionato, numeroso, appassionato. Un pubblico che si affida ancora alla bellezza e alla potenza e alla verità che la canzone d’autore può vantare. Una forma d’arte popolare che si è rivelata un’eccellenza, tra le molteplici, dell’Italia nel mondo; quella “canzone” che ci accompagna, ci emoziona e che attraverso la lingua di Dante arricchisce il nostro vissuto.
Una canzone che da alcune stagioni ha trovato anche in Svizzera una sua sede, un teatro che la condivide, la presenta e la premia. E soprattutto la festeggia perché la kermesse in questione è una festa che mette in comunione pubblico e artisti, anche davanti a un piatto di spaghetti, un bicchiere di vino quando, al termine delle esibizioni, ci si ritrova tutti seduti attorno a un tavolo. E non è raro che appaiano chitarre e s’intonino canti.
Il cartellone, davvero accattivante, è quello che gli organizzatori avevano allestito già per lo scorso anno che come sappiamo venne annullato come accadde per tutti gli eventi. Un programma che declina la forma canzone secondo il vissuto e le esperienze dei cantori presenti a Zurigo.
Voci intense, voci poetiche, voci maschili e femminili, giovani e mature capaci di toccare le corde dei sentimenti e scuoterci con vigore. Come Teresa De Sio, donna e artista di grande temperamento, dalla carriera unica anche per la materia musicale trattata, gli incontri, gli argomenti affrontati e le bandiere sventolate nel segno della qualità e dell’umanità. O il raffinato e affascinante canzoniere di Paolo Capodacqua o ancora il pluripremiato Federico Sirianni erede della grande “Scuola genovese”.
Artisti di grande qualità e spessore che hanno tracciato segni indelebili nell’ambito di quella che continuiamo a chiamare con ostinazione canzone d’autore, invitati alla kermesse che si avvale del patrocinio della RSI e orgogliosa di presentare anche al pubblico confederato il talento della ligure Giua, e del milanese Claudio Sanfilippo ben conosciuto e apprezzato anche nella nostra regione. Al loro canto, alle loro storie che sapranno affascinare una platea eterogenea e cosmopolita in evidenza altri due artisti di lingua tedesca premiati per la qualità, la storia e i riconoscimenti che possono vantare da lunga pezza: Büne Huber, una vera istituzione della canzone rossocrociata, e non solo quale frontman dei celebri Patent Ochsner e Stoppok artista di punta della canzone germanica. Un cortocircuito benefico che potrebbe riservare sorprese e piccole magie, quella che la canzone, la canzone affrancata dalle mode, mossa da reali esigenze espressive, che hanno a che fare anche lo spirito (del tempo e non), quella che è anche figlia di onestà e rigore intellettuale, impastata di vita e amore per la bellezza è spesso in grado di generare.
Gian Luca Verga