Le dimissioni di Matteo Renzi, ufficializzate nel corso dell’assemblea nazionale del Partito Democratico (PD) che si è svolta domenica a Roma, hanno formalmente avviato il congresso che terminerà, entro quattro mesi, con le primarie per la scelta del nuovo segretario.
L’annunciato abbandono del partito da parte di alcuni esponenti della minoranza, non è stato ancora ufficializzato. Pierluigi Bersani, uno dei leader di questa frangia del PD, ha comunque mantenuto viva questa ipotesi; tra i possibili scissionisti ci sono anche Enrico Rossi e Michele Emiliano, rispettivamente governatori di Toscana e Puglia.
Emiliano, però, ha espresso con parole concilianti la propria fiducia nei confronti dell’ex premier e nella sua capacità di evitare lo scontro, parole che lascerebbero aperta la possibilità di una retromarcia rispetto alla decisione di lasciare il PD.
Il prossimo passo, in base allo statuto, è la convocazione della direzione nazionale che, a sua volta, riunirà una commissione incaricata di stabilire le regole del congresso. Non è ancora chiaro quando avranno luogo le primarie ma l’ex presidente del consiglio vorrebbe che si svolgessero prima delle elezioni amministrative e dei referendum del prossimo giugno, mentre lo schieramento a lui contrario avrebbe chiesto più tempo.
AnP
Dal TG20:
PD italiano, il partito della discordia
Telegiornale 19.02.2017, 21:00