Il 12 dicembre 1969 una bomba esplose nella Banca nazionale dell'agricoltura in Piazza Fontana a Milano. Il bilancio fu di 17 morti e 88 persone ferite. Quel giorno tra Milano e Roma ci furono cinque attentati, quasi tutti in contemporanea: tre ordigni esplosero nella capitale, ferendo 16 persone, e una seconda bomba fu trovata inesplosa in piazza della Scala a Milano. Fu l'inizio di quella che in Italia venne chiamata strategia della tensione: un periodo contrassegnato da stragi per lo più rivolte verso i comuni cittadini.
RG 12.30 dell'8.12.2019: il servizio di Anna Valenti
RSI Mondo 12.12.2019, 14:05
A Milano, inizialmente le indagini si concentrarono sugli anarchici: il ferroviere e partigiano Giuseppe Pinelli morì nella notte tra il 15 e 16 dicembre precipitando da una finestra della questura, dove era ingiustamente trattenuto. Oggi è riconosciuto come la "diciottesima vittima innocente" della strage.
Soltanto anni dopo, la Corte di Cassazione stabilì che la responsabilità era da ricondurre a un gruppo di estrema destra guidato da Franco Freda e Giovanni Ventura, non più processabili in quanto già assolti in passato. Per gli esecutori materiali, invece, non è mai stata emessa una sentenza.
A 50 anni da piazza Fontanta
Telegiornale 12.12.2019, 21:00
Parlano i familiari della vittime
Telegiornale 12.12.2019, 21:00