Un iracheno appartenente all'autoproclamato Stato islamico è stato condannato all'ergastolo martedì a Francoforte, dove è stato riconosciuto colpevole di genocidio e crimini contro l'umanità nei confronti degli Yazidi.

Un fiore per non morire dentro
RSI Info 16.07.2021, 07:45
Il verdetto contro Taha al Jumaily, questo il nome del 29enne alla sbarra, è una prima mondiale: mai un tribunale aveva riconosciuto come genocidio le esazioni commesse ai danni della minoranza religiosa di lingua curda dell'Iraq nordoccidentale, al confine con la Siria. Per gli inquirenti delle Nazioni Unite, invece, erano già tali. La lettura della sentenza ha dovuto essere interrotta al momento dell'annuncio della condanna, perché l'imputato è svenuto.
La moglie era stata condannata per crimini contro l'umanità il mese scorso a Monaco di Baviera
L'uomo, che aveva aderito all'IS nel 2013, secondo l'atto di accusa aveva in particolare lasciato morire di sete nel 2015 a Fallujah una bambina yazida di 5 anni, "acquistata come schiava". Per questo medesimo fatto la moglie di al Jumaily, Jennifer Wenisch, era stata condannata a 10 anni per crimini contro l'umanità il mese scorso.