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I nazionalsocialisti del presente

Continua il nostro viaggio nell'estremismo di destra: l'intervista al presidente della comunità italiana dei 12 raggi

  • 18 dicembre 2019, 18:49
  • 9 giugno 2023, 19:53

Al cuore dei movimenti estremisti

Il Quotidiano 09.12.2019, 20:00

Di: Alessandro Chiara e Michele Realini

C’è voluta qualche settimana, ma alla fine Alessandro Limido ha risposto. È il presidente di una comunità italiana, quella dei 12 raggi, che ha scelto quale suo simbolo il sole nero, un simbolo celtico impiegato anche dai nazisti.

Quanti sono i membri della comunità dei 12 raggi? E corrisponde al vero (a vostra conoscenza) che sia la comunità naziskin più numerosa d’Italia?

Non sono più di 50 i Militanti, gli iscritti non superarono mai in passato le 150 unità. Un tesserato tuttavia non è considerato parte attiva dell'organizzazione. Il termine Naziskin essendo prettamente mediatico non ha alcun significato nel mondo reale. Rappresenta un cumulo di stereotipi attraverso i quali la gente comune ci identifica, o meglio ci etichetta. Siamo forse il più numeroso gruppo che si dichiara apertamente schierato in un certo modo, tutto qui. Anche se parliamo di cifre davvero esigue, come ho detto prima.

Com’è strutturata la vostra attività? Parlare di comunità dà quasi l’idea che viviate insieme o passiate insieme la maggior parte del vostro tempo. Vi ritrovate quotidianamente o avete degli appuntamenti settimanali fissi?

Abbiamo superato il concetto di gruppo da tempo, a beneficio di quello appunto di Comunità. La Comunità è una famiglia allargata, ci prendiamo cura gli uni degli altri, perché sappiamo di vivere sulla stessa barricata. Usciamo insieme, ci frequentiamo, viviamo insieme. Sappiamo dove vederci e quando, ogni giorno ad ogni ora qualcuno sta con qualcuno. Il figlio di un camerata è figlio di tutti, la ragazza di un Militante è nostra sorella, i problemi di un amico sono problemi anche nostri.

Avete contatti con naziskin ticinesi? Hanno mai partecipato a vostre iniziative?

Naziskin... diciamo che 2 gruppi di sedicenti camerati ticinesi si sono avvicinati alla nostra Comunità in passato ma il materiale umano era talmente scarso che l'idea di coinvolgerli è stata accantonata in fretta, anche se si sono auto eliminati ancor prima che potessimo comunicarglielo. Tuttavia alcuni validi elementi ci sono, amici attraverso diversi canali, non per forza prettamente politici. Nel resto della Svizzera ci sono validi camerati come in tutta Europa.

Avete una posizione sulle accuse che vi vengono mosse dalla magistratura italiana di voler ricostituire il partito fascista (più precisamente di avere tentato di farlo)?

Si certo, abbiamo una posizione su tutto. Le accuse mosse nei nostri confronti sono sollevate esclusivamente per esigenze politiche e giornalistiche. Nulla di più, tuttavia anche qualora si rivelassero fondate, la cosa non ci toccherebbe minimamente. Qualsiasi decisione passi attraverso canali di potere per noi non ha alcun valore. Non temiamo né il carcere né le condanne, che non ci hanno piegato in passato e non ci piegheranno in futuro. Il corpo è solo il contenitore della nostra idea, essa però non può morire, figuriamoci trovare limiti di spazio... Sulle accuse della procura, volendo anche esaminarle nell'aspetto tecnico sono totalmente infondate: abbiamo l'umiltà di non provarci neppure, a ricostruirlo il Partito, conosciamo i nostri limiti. Se la domanda fosse "ti piacerebbe rifondare..." risponderei: sì, mi piacerebbe molto...non vuol dire però che ci abbia provato o che intenda farlo.

Vi ispirate al nazionalsocialismo. Cosa significa concretamente? Che auspicate il ritorno di un regime autoritario in Italia?

Assolutamente. Viviamo nella costante ricerca di una chiave, che seppur microscopica e ridicola agli occhi di molti, auspichi il ritorno della nostra grande Idea.

In un’intervista per un documentario su Youtube, lei parla della necessità - prima o poi - di imbracciare le armi. È possibile chiarire in che contesto? Quando? Per cosa?

Ho detto esattamente detto il contrario, il video è pubblico, vi invito a rivederlo. I media riportano ciò che vogliono per faziosità servilismo e incapacità anche solo di ascoltare, infischiandosene della verità nonostante una menzogna simile sia enormemente pericolosa. Ho semplicemente detto che il riscatto della Patria, qualsiasi essa sia, passa attraverso una Rivoluzione che comporta ovviamente l'imbracciare un fucile. Lo dice la storia che la Libertà si paga col sangue degli eroi, non io...purtroppo.

L’immigrazione – nello stesso documentario – viene considerata un fenomeno che fornisce forza lavoro alle multinazionali. C’è anche una componente razziale nel vostro movimento (una razza superiore alle altre e la necessità di mantenere le razze separate)?

Le razze esistono negarlo è ignoranza. Ogni razza deve, se lo ritiene opportuno, battersi contro la scomparsa. Ognuno su questo mondo ha il diritto di essere fiero di ciò che è, di concepire se stesso come diverso e ritenere la propria diversità un valore

Sulla Shoah lei non si è espresso apertamente (il negazionismo è reato in Italia), condividete però le teorie che circolano su una cospirazione ebraica per il controllo del mondo?

Il Controllo del mondo è sotto gli occhi di tutti, l'olocausto è stato il grimaldello che ha permesso al sigillo di Salomone di aprire tutte le serrature di Potere nei 4 angoli della terra. Negarlo è arroganza. Non rispondo a domande specifiche sullo sterminio perché decido da solo come e quando andare in carcere, i giornalisti mi istigano furbescamente e banalmente a commettere un reato, facendomi questa stupida domanda e io semplicemente non sto a questo ridicolo giochetto da asilo nido. Presto usciremo con un libro a riguardo edito in un paese straniero, probabilmente l'Iran. Ve ne manderò una copia così vi toglierete ogni dubbio.

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