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K2, è vetta

Era l’ultimo 8000 rimasto inviolato in inverno: impresa degli alpinisti nepalesi guidati da Nirmal Purja e Mingma David Sherpa – Utilizzato (non da tutti) l’ossigeno

  • 16 gennaio 2021, 15:11
  • 23 giugno 2023, 14:54

Notiziario 14.00 del 16.01.2020

RSI New Articles 16.01.2021, 15:09

  • nimsdai.com
Di: dielle

Il K2 è stato scalato d’inverno. La seconda montagna più alta della terra (8611 metri), considerata una delle vette più difficili del pianeta e salito la prima volta nel 1954 dalla spedizione italiana di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, era l’ultimo 8000 restato inviolato nella stagione più fredda, nonostante i diversi tentativi degli ultimi anni.

La squadra di 10 alpinisti, membri di due spedizioni (Team Nimsdai e Team Mingma G, più un membro della Seven Summit Treks), è arrivata in cima oggi pomeriggio (sabato) alle 17.00 ora locale. Lo ha comunicato dal campo base il capo spedizione, Chhang Dawa Sherpa. Durante l'ascensione è stato utilizzato ossigeno supplementare, ma non è ancora chiaro se tutti i membri della spedizione ne hanno approfittato, un aspetto che verrà chiarito appena gli alpinisti faranno ritorno al campo base.

"Questo è il traguardo più grande nella storia dell'alpinismo, questo è un buon esempio del lavoro di squadra. Grazie alla montagna per aver concesso questa scalata, se la montagna ti lascia scalare, nessuno ti ferma'", ha affermato il capo spedizione, Chhang Dawa Sherpa.

A riscrivere la storia dell’alpinismo e a giungere in vetta sono stati Nirmal Purja, Gelje Sherpa, Mingma David Sherpa, Mingma Tenzi Sherpa, Dawa Temba Sherpa, Pem Chhiri Sherpa, Mingma G. Sherpa, Kili Pemba Sherpa, Dawa Tenjing Sherpa e Sona Sherpa, quest'ultimo della Seven Summit Treks. I 10 alpinisti, per celebrare la conquista, si sono aspettati a vicenda 10 metri sotto la vetta per giungere in cima in un unico gruppo.

La conquista del K2 commentata a Filo diretto con Dario Lanfranconi

RSI 19.01.2021, 15:48

Il team vincente in meno di un mese ha allestito i campi di alta quota e ha sfruttato la prima finestra di bel tempo per attaccare la vetta. Una strategia basata sulla velocità che è risultata vincente. Sono partiti nella notte dal campo 4, a 7800 metri di quota, hanno superato i delicati passaggi del Collo di bottiglia e del traverso, hanno risalito il pendio finale fino agli 8611 metri della cima.

L’impresa è tutt’altro che conclusa però, agli alpinisti tocca ora infatti la parte più delicata: la discesa.

Si tratta infine di un’immensa impresa per la relativamente giovane comunità alpinistica nepalese, celebrata con il canto corale dell’inno del Paese sulla vetta, ma è anche un riscatto in piena regola: dopo aver accompagnato gli occidentali per un secolo a cercare gloria faticando sulle grandi montagne, ma restando sempre in secondo piano, ora la scena è tutta meritatamente per loro.

Aggiornamento del 18.01: Nirmal Purja non ha utilizzato l'ossigeno

A due giorni di distanza dalla conquista, e con tutti e 10 gli alpinisti rientrati sani e salvi al campo base, il Gurkha Nirmal Purja, colui che nel 2019 ha già compiuto un'impresa importantissima scalando tutti i 14 ottomila in soli 7 mesi (con l'ausilio dell'ossigeno supplementare), ha confermato che la sua ascensione al K2 è stata compiuta completamente senza ossigeno supplementare. Una notizia che in molti aspettavano e che aumenta enormemente il peso alla conquista.

Una giornata segnata anche da una tragedia

Sempre sabato l'alpinista spagnolo Sergi Mingote è morto a causa di una caduta sulle pendici del K2. L'incidente si è verificato tra il campo 1 e il campo base avanzato, mentre lo scalatore era impegnato nella discesa.

A confermare la notizia è stato Chhang Dawa Sherpa, capospedizione del team nepalese che oggi ha raggiunto la vetta: "Lo spagnolo Alex Gavan, l'italiana Tamara Lunger e altri due scalatori polacchi gli hanno dato aiuto, abbiamo inviato un team medico dal campo base ma purtroppo non siamo riusciti più a salvarlo".

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