Una veduta parziale del mega complesso di Arese
Una veduta parziale del mega complesso di Arese (RSI)

Le mani della mafia sull'Expo

Operazione contro la 'ndrangheta, nel mirino anche imprese che hanno realizzato alcuni padiglioni

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La 'ndrangheta aveva messo le mani anche sui lavori di costruzione dell'Expo 2015 di Milano e del centro commerciale di Arese. Ne sono certi i magistrati antimafia italiani che martedì mattina (tra Reggio Calabria, Catanzaro, Catania, Bergamo, Bologna, Brescia e Mantova) hanno proceduto al sequestro di beni per oltre 15 milioni di euro. Soldi tutti riconducibili agli uomini dei clan Aquino-Coluccio e Piromalli-Bellocco.

Sotto sequestro anche una serie di società che, negli anni, hanno lavorato sul cantiere dell'Arese Shopping Center (200 negozi e 25 ristoranti) e dei padiglioni della Cina e dell’Ecuador all'esposizione universale, nonché delle opere di urbanizzazione e delle infrastrutture di base della stessa Expo lombarda.

Nei confronti dei coinvolti (molti già indagati nell'ambito dell'operazione "Underground" eseguita il 3 ottobre dalla guardia di finanza di Milano), vengono ipotizzati, a vario titolo, i reati di: associazione mafiosa, riciclaggio, estorsione, induzione alla prostituzione e detenzione illecita di armi.

Diem/ANSA

 
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