Le matite di Adèle
Il giorno della manifestazione. Nella Via transennata della redazione di Charlie Hebdo, fra il silenzio e il sorriso di una bambina
DA PARIGI
Adèle ha quattro anni e mezzo. Sorride fra le candeline e i fiori. Fra i messaggi e le vignette. Un sorriso ingenuo e giocoso. La situazione è quasi surreale, qui nella rue Nicolas-Appert, ora transennata dove solo qualche giorno fa all'interno della redazione di Charlie Hebdo, al numero 10, sono stati uccisi i redattori.
Tutti stanno in silenzio e guardano un muro. Alcuni scattano fotografie. I mazzi colorati sono adagiati per terra. C'è odore di cera. Adèle ha in mano delle matite, una è spezzata e riattaccata con dello scotch. Ha anche un foglio: c'è disegnato un topolino colorato.
Con sua madre si inginocchia per terra e posa tutto il suo materiale. E' un regalo, un pensiero per i morti di Charlie Hebdo. Poi si alza di scatto e corre un po' da tutte le parti, fino a fermarsi poco lontano.
Prende un'altra matita, chissà dove l'aveva nascosta, e inizia a scarabocchiare su un muro, come se avesse sentito le parole del filosofo Michel Serres che ha invitato tutti a disegnare... ce serait la meilleure de réactions.
Alessandra Spataro