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"Salviamo Assange in Svizzera"

L'appello di una ventina di giuristi al Consiglio federale: "Negli USA rischia la tortura e la pena di morte"

  • 2 maggio 2019, 16:28
  • 9 giugno 2023, 10:50

Assange, inizia la procedura

Telegiornale 02.05.2019, 14:30

Di: ATS/Bleff

Una ventina di giuristi svizzeri ha firmato un appello al Consiglio federale affinché la Svizzera conceda l'asilo a Julian Assange. Il fondatore di Wikileaks è in attesa a Londra di una decisione sulla richiesta di estradizione americana per "pirateria informatica" e a loro avviso rischia negli USA la tortura e la pena di morte.

Manifestazioni di sostegno ad Assange giovedì a Berlino

Manifestazioni di sostegno ad Assange giovedì a Berlino

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I 22 firmatari (tra cui alcuni nomi noti come l'ex presidente del Tribunale federale Giusep Nay, il consigliere nazionale socialista ginevrino Carlo Sommaruga, il professore di diritto penale all'università di Friburgo Marcel Niggli) considerano la concessione dell'asilo "una dichiarazione d'impegno da parte del Governo nei confronti della società civile, dei diritti umani e della libertà di stampa".

Secondo l'appello, il giornalismo investigativo non sarebbe stato possibile senza la piattaforma Wikileaks, grazie a cui - aggiunge la nota - sappiamo che la NSA (il servizio segreto di spionaggio elettronico statunitense) sorveglia le persone sull'intero pianeta, che nessun computer è sicuro dai servizi segreti americani, e che in Afghanistan e Iraq ci sono stati omicidi e torture fuori dalla legalità" con l'approvazione degli Stati occidentali. Dai procuratori statunitensi, aggiungono, "non c'è da aspettarsi un processo equo".

Richieste in favore dell'asilo ad Assange in Svizzera c'erano già state in passato. Il Consiglio federale aveva però mostrato poco entusiasmo: nel febbraio 2017 affermò che l'australiano non può essere considerato un difensore dei diritti umani e quindi non può godere della relativa protezione previste dalle linee guida della Svizzera in materia.

Assange si oppone all'estradizione

Assange condannato a 50 settimane

Telegiornale 01.05.2019, 22:00

Il fondatore di Wikileaks, condannato la vigilia a 50 settimane di detenzione per aver violato i termini della libertà provvisoria nel 2012, quando si era rifugiato nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, ha intanto confermato giovedì di volersi opporre di fronte alla giustizia britannica alla richiesta d'estradizione presentata dagli USA: "Io non intendo consegnarmi per aver fatto attività di giornalismo grazie alla quale sono stati vinti molti premi e sono state protette molte persone", ha detto giovedì in una dichiarazione video, rispondendo al giudice che gli chiedeva se volesse accettare spontaneamente di essere estradato.

L'opposizione era considerata scontata alla vigilia ed era stata ripetutamente annunciata dai legali della difesa. La corte ne ha preso atto e ha aggiornato il procedimento al 30 maggio.

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Telegiornale 02.05.2019, 22:00

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