La giornalista americano-palestinese di Al Jazeera Shireen Abu Akleh, morta lo scorso 11 maggio a Jenin nella Cisgiordania settentrionale, è stata uccisa da un proiettile partito da un convoglio militare israeliano. Lo ha annunciato oggi, venerdì, un portavoce dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo (UNHCHR).
Dopo i fatti dell’11 maggio, le autorità israeliane e quelle palestinesi si erano accusate vicendevolmente. L’inchiesta dell’UNHCHR però ha dimostrato come non ci fossero attività di palestinesi armati nelle vicinanze della giornalista, che inoltre indossava un giubbotto protettivo con la scritta “press” (stampa, ndr).
L’annuncio dell’UNHCHR arriva qualche giorno dopo un’altra inchiesta, condotta dal New York Times, che dimostrava come fossero 16 i colpi sparati dal convoglio militare israeliano e non cinque come inizialmente si pensava. Oltre a Shireen Abu Akleh era stato colpito anche il suo collega Ali Sammoudi, rimasto ferito.
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