Svizzera

Berna-Roma, accordo servito

I dettagli dell'intesa che mette termine alla vertenza fiscale con l'Italia - Frontalieri: alla Svizzera il 70%

  • 16 gennaio 2015, 11:35
  • 7 giugno 2023, 03:35
Il ravvicinamento è servito

Il ravvicinamento è servito

  • Keystone

L'intesa fiscale tra Svizzera e Italia è servita. L'accordo, raggiunto dopo tre anni di negoziati, prevede la firma di un protocollo di modifica della Convenzione per evitare le doppie imposizioni e di una "road map" per i futuri negoziati sulla tassazione dei frontalieri, le liste nere italiane, la questione di Campione d'Italia e l'accesso ai mercati finanziari. L'intesa è stata siglata il 19 dicembre scorso ed oggi, venerdì, a Berna ne sono stati rivelati i dettagli.

In merito ai frontalieri,si prevede l'introduzione dello splitting fiscale al posto dell'attuale sistema dei ristorni: la quota spettante alla Svizzera sarà del 70% del totale dell'imposta normalmente prelevabile alla fonte, indica una nota della Segreteria di stato per le questioni finanziarie internazionali. Il rimanente 30% verrà tassato da Roma sulla base della propria legislazione fiscale. Per il direttore della Segreteria Jacques de Watteville, la soluzione escogitata rappresenta un progresso rispetto alla situazione attuale per il Ticino, che riversa all'Italia il 38% di quanto incassato in imposte sui frontalieri trattenendo il 62%.

La Convenzione sarà modificata mediante un Protocollo che riprende lo standard dell'OCSE per lo scambio di informazioni su domanda. Secondo Berna "l'attuazione del recente programma italiano di autodenuncia, deciso dal Parlamento italiano, sarà facilitato mediante l'accordo e la certezza del diritto per i contribuenti italiani che detengono un conto in Svizzera sarà decisamente migliorata. Queste misure garantiscono alla piazza finanziaria ticinese delle buone prospettive".

Entrambi i documenti dovrebbero essere firmati entro il 2 di marzo. La nuova imposizione sarà oggetto di un accordo che dovrà essere negoziato nella prima metà dell'anno.

PP 12.00 del 16/1/2015 Il servizio di Luca Beti

RSI New Articles 16.01.2015, 13:18

La nota della Confederazione rileva che sono stati raggiunti tutti gli obiettivi che la Svizzera si era posta:

- passaggio senza traumi allo scambio automatico di informazioni, in particolare semplificazione della regolarizzazione dei valori patrimoniali di clienti bancari italiani senza massicce fughe di capitali e riduzione dei rischi di perseguimento giuridico nei confronti delle banche e dei loro impiegati;

- stralcio della Svizzera dalle liste nere italiane nel più breve tempo possibile;

- miglioramento della Convenzione per evitare le doppie imposizioni (CDI) tra la Svizzera e l'Italia, passaggio allo standard dell'OCSE per lo scambio di informazioni su domanda;

- miglioramento dell'Accordo sui frontalieri;

- miglioramento dell'accesso al mercato per i fornitori di servizi finanziari.

Diem/ATS/Notiziario11.00

I dettagli di quanto previsto dalla road-map

scambio automatico di informazioni: in futuro lo standard dell'OCSE tra la Svizzera e l'Italia dovrà essere introdotto tramite una nuova base legale;

regolarizzazione del passato: i contribuenti italiani che detengono un conto in Svizzera possono partecipare al programma italiano di autodenuncia (VDP) alle stesse condizioni di quelle applicate ad altri Paesi che non figurano sulle liste nere italiane. Entrambi gli Stati possono inoltrare domande raggruppate per identificare le persone che intendono dissimulare valori patrimoniali non dichiarati. In questo caso è applicato lo standard dell'OCSE e non può trattarsi di fishing expeditions;

perseguimento penale nei confronti di contribuenti nonché di istituti finanziari e dei loro impiegati: i contribuenti che partecipano al VDP beneficiano di una riduzione della pena. Gli istituti finanziari e i loro collaboratori non sono di principio responsabili dei reati fiscali commessi dai loro clienti; del comportamento cooperativo degli istituti finanziari ai fini della regolarizzazione dei loro clienti si tiene conto positivamente;

ulteriore modifica della CDI Svizzera-Italia: in una seconda fase la CDI sarà pure rivista su altri punti; si persegue, tra l'altro, una riduzione delle aliquote fiscali applicate a dividendi e interessi, una modifica della disposizione contro gli abusi e l'introduzione di una clausola arbitrale;

imposizione dei frontalieri: in futuro i frontalieri saranno assoggettati a un'imposizione limitata nello Stato in cui esercitano la loro attività professionale e pure ad un'imposizione ordinaria nello Stato di residenza. La quota spettante allo Stato del luogo di lavoro ammonta al massimo al 70% del totale dell'imposta normalmente prelevabile alla fonte. Il carico fiscale totale dei frontalieri non sarà inferiore a quello attuale e, in un primo tempo, nemmeno superiore. La nuova imposizione dei frontalieri sarà oggetto di un accordo, che dovrà essere negoziato nella prima metà del 2015. Entrambi gli Stati si sono impegnati ad avviare rapidamente i negoziati;

liste nere italiane: con l'entrata in vigore del Protocollo di modifica della CDI la Svizzera sarà tolta dalle liste, che considerano come criterio unicamente l'assenza dello scambio automatico di informazioni. Gli attuali regimi fiscali privilegiati per le imprese che figurano sulle liste nere italiane saranno stralciati da queste liste quando saranno aboliti o resi conformi con gli standard internazionali;

accesso ai mercati finanziari: entrambe le parti ribadiscono la loro volontà di cercare soluzioni per migliorare la cooperazione transfrontaliera e l'accesso ai mercati finanziari. A breve saranno avviati colloqui tecnici al riguardo;

Campione d'Italia: le autorità competenti proseguiranno a corto termine le discussioni finalizzate alla ricerca di soluzioni pragmatiche per singoli aspetti legati all'imposizione indiretta, mentre a lungo termine il dialogo porterà sulla ricerca di soluzioni concernenti le altre questioni fiscali e non fiscali dell'enclave.

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