Svizzera

Il satellite spia francese fa ancora discutere

La partecipazione della Svizzera al programma è in ritardo a causa di richieste contrattuali che la Francia è tornata a formulare a Berna

  • 30 January 2023, 13:46
  • 24 June 2023, 02:07
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NOT 14.00 del 30.01.2023 Il servizio di Gian Paolo Driussi

RSI New Articles 30.01.2023, 14:14

  • Wikipedia
Di: RG/Gian Paolo Driussi

Guardato a suo tempo con sospetto per i suoi costi e i potenziali conflitti con la nostra neutralità, l'utilizzo da parte della Svizzera di un nuovo super satellite spia francese torna ad occupare la politica federale. La partecipazione al programma, già approvata dalle Camere, è infatti in ritardo a causa di richieste contrattuali che la Francia è tornata a formulare a Berna.

La partecipazione svizzera al nuovo sistema militare di satelliti da ricognizione "Composante Spatiale Optique" prevede fino a 15 foto ad alta risoluzione al giorno. Costo dell'operazione: circa 100 milioni di franchi su 10 anni. Lo sta sviluppando la Francia e l'interesse di Berna era nato quando il Dipartimento della difesa era sotto la guida di Guy Parmelin. A consigliarglielo era stato l'allora capo dell'intelligence svizzera Jean-Philippe Gaudin.

Passato di mano a Viola Amherd, il dossier sul supersatellite spia aveva già fatto discutere o quantomeno riflettere: per i costi (con le critiche espresse dal Controllo federale delle finanze) e per i rischi di violazione della neutralità. Aspetto questo sollevato dal Dipartimento degli affari esteri e poi risolto con la spiegazione che la Svizzera parteciperà al programma solo in modo passivo, ricevendo cioè i dati senza fornirne a terzi e senza valutarli per terzi.

Ma quando inizierà questa partecipazione? Ci sono problemi di natura tecnica: il super satellite è in realtà composto di tre elementi, solo due dei quali già in orbita, il terzo è fermo dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. E poi ci sono problemi bilaterali lungo l'asse Berna-Parigi. O meglio Parigi-Berna, dato che le autorità francesi - dichiara il Dipartimento della difesa a SRF - sono tornate a tirar fuori dal cassetto vecchie richieste che sembravano ormai risolte. Risultato: i contratti non sono ancora conclusi.

Per la grande sorpresa del presidente della Commissione politica di sicurezza del Consiglio degli Stati Werner Salzmann. "Per me è una grande sorpresa", ha dichiarato. Agggiungendo che vuole "trattare la questione" in una delle prossime sedute di commissione per i dovuti chiarimenti.

Per il momento né le autorità svizzere né quelle francesi si eprimono in merito, rifacendosi alla confidenzialità delle trattative.

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