Svizzera

La Svizzera debutta nel Consiglio di sicurezza ONU

Dopo 11 anni di attesa la Confederazione fa parte, dal 1 gennaio 2023, dell’organo più importante delle Nazioni Unite. Il momento storico è stato celebrato oggi

  • 3 gennaio 2023, 20:02
  • 24 giugno 2023, 03:14

La Svizzera entra nel consiglio di sicurezza dell'ONU

Telegiornale 03.01.2023, 21:00

  • RSI/Massimiliano Herber
Di: TG/ATS/M. Ang.

Dopo 11 anni di attesa la Svizzera è, dal 1 gennaio 2023, membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Si tratta di una prima assoluta per il nostro Paese. Un momento storico, celebrato oggi (martedì) con una cerimonia, che si è tenuta al Palazzo di vetro di New York, dove è stata issata la bandiera della Confederazione.

L'Assemblea generale dell'ONU aveva eletto la Svizzera nel giugno 2022 per ricoprire il mandato da inizio del 2023 fino alla fine del 2024.

La bandiera svizzera è stata installata alle 18.00 (ora svizzera) insieme a quelle di Ecuador, Malta, Mozambico e Giappone, che sono recentemente entrati a far parte del Consiglio di Sicurezza come membri non permanenti per due anni, oltre alle 5 potenze permanenti (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina) e agli altri 5 Paesi non permanenti entrati nel 2022.

Durante la cerimonia l'ambasciatrice Pascale Baeriswyl, rappresentante per la Svizzera, ha affermato che "questo cammino che percorriamo, lo percorriamo con impegni condivisi. Vogliamo costruire dei ponti con tutti gli Stati membri del Consiglio di sicurezza". L'Organo sta lavorando per le generazioni future. "Abbiamo bisogno del sostegno dei giovani e delle donne per garantire una pace duratura (nel mondo)", ha dichiarato Pascale Baeriswyl. "Lavoreremo in uno spirito di responsabilità condivisa, con profonda umiltà", ha aggiunto Baeriswyl, concludendo il suo discorso commemorativo con la stessa frase incisa sulla cupola di Palazzo federale a Berna: "Unus pro omnibus, omnes pro uno", ovvero "Uno per tutti, tutti per uno".

Il collegamento con New York

Telegiornale 03.01.2023, 21:00

La Svizzera avrà la presidenza di turno del Consiglio nel maggio 2023 e nell'ottobre 2024. Intende avvalersi della sua lunga e forte tradizione democratica. "Il seggio nel Consiglio di sicurezza dell’ONU costituisce un’opportunità di dare un prezioso contributo, soprattutto vista l’attuale situazione mondiale segnata da molteplici crisi. Il Consiglio di sicurezza svolge un ruolo importante per la pace nel mondo", sottolinea il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) nel comunicato diffuso oggi.

La Confederazione per due anni, dunque, entrerà a far parte dell’organo più importante dell'ONU. Siederà di fatto al Tavolo dei Grandi, dove si discute di pace globale, e insieme ai Grandi potrà portare avanti le difficili missioni di pace, in un momento cruciale per la comunità internazionale.

La Svizzera entra nel Consiglio di sicurezza in un momento molto delicato per gli equilibri internazionali. E anche per quelli interni, dove la discussione sulla neutralità è una questione molto accesa.

Oggi per i diplomatici elvetici sarà la volta degli incontri bilaterali con gli altri membri del Consiglio di Sicurezza e con la presidenza di turno giapponese. Giovedì la prima seduta in cui verrà trattata la delicata situazione in Siria.

Nel consiglio di sicurezza la Svizzera dovrà prendere posizione e contribuire a trovare soluzioni in conflitti aperti. Un ruolo nuovo per un Paese neutrale. A Thomas Gürber, capo della Divisione ONU nel Dipartimento degli Affari esterni (DFAE), la RSI ha chiesto come la diplomazia svizzera vuole affrontare i nodi più spinosi del mandato. "La Svizzera si attiene ai principi del diritto internazionale, dello stato di diritto e della democrazia. Questi sono i fondamenti dettati dalla nostra Costituzione. Altri Paesi neutrali come l'Irlanda o l'Austria hanno dimostrato prima di noi che è possibile agire in questo senso. Non ci sono ambiti in cui ci possa essere un conflitto con la neutralità", sottolinea Gürber.

Le priorità della Svizzera

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Le priorità che la diplomazia svizzera si è posta sono promuovere una pace sostenibile e duratura, dove questo non è possibile proteggere la popolazione civile dai conflitti armati, affrontare i problemi creati dai cambiamenti climatici e rafforzare l'efficienza delle strutture del Consiglio di sicurezza stesso. "Il nostro successo si misurerà in base a questi quattro obiettivi, qui speriamo di lasciare un segno. Concretamente vogliamo migliorare la situazione umanitaria in Paesi come la Siria o, se il consiglio di Sicurezza agirà con maggiore efficienza e trasparenza, fare che tutti gli Stati capiscano e sostengano le decisioni prese", dice Gürber.

I dossier spinosi non mancano, tra l'altro la Svizzera assumerà la presidenza della Commissione per le sanzioni contro la Corea del nord. Da ben 70 anni, la Confederazione ha un mandato nella zona demilitarizzata fra le due Coree, contingente visitato più volte anche dal Governo svizzero. Il terreno non è quindi un'incognita, ma le provocazioni atomiche del regime richiedono ora nuove doti di mediazione. "Si tratta in effetti di una situazione intricata in cui si scontrano le posizioni, per esempio quelle della Cina e degli Stati Uniti. Il nostro compito alla presidenza della Commissione sarà quindi quello di trovare un consenso. Abbiamo una solida esperienza nella mediazione internazionale che ci permetterà di svolgere anche questo compito", spiega Gürber. E il capo della Divisione ONU nel DFAE ritiene che la Svizzera abbia i numeri per fare bene. "Nessun Paese è troppo piccolo per proporre soluzioni buone e innovative", dice.

Le considerazioni di Massimiliano Herber

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