L’ex fabbrica di armi di Soletta venne fondata a Zuchwil dalla svizzera SIG nel 1923 come stabilimento di produzione di munizioni. Nel 1929 passò in mani tedesche con l’acquisizione da parte della Rheinmetall AG e divenne così parte del riarmo nascosto della Germania. Un capitolo buio nella storia del Cantone ripercorso da un’esposizione del Museo Altes Zeughaus.
Il Trattato di Versailles, firmato alla fine della Prima guerra mondiale, imponeva il disarmo della Germania, ma ancora prima della salita al potere dei nazisti, il Paese aveva cominciato a rifornirsi di armi segretamente, tramite l’investimento in tecnologie a duplice uso e la delocalizzazione della produzione in altri Paesi. Una strategia che interessò anche la Svizzera e la fabbrica di Zuchwil.

La mostra espone anche diverse armi prodotte a Zuchwil, come la mitragliatrice leggera S2-200, prodotta attorno al 1929
“I tedeschi intessevano legami con il canton Soletta fin dagli anni Venti”, spiega Franziska Weber, vicedirettrice del museo. Tra i fondatori della fabbrica c’era Hermann Obrecht, originario di Grenchen. Obrecht fu per un periodo presidente della Banca cantonale di Soletta e sedeva in numerosi consigli di amministrazione. Quando nel 1935 venne eletto in Consiglio federale per il Partito liberale radicale, lasciò il suo posto nel consiglio di amministrazione della fabbrica di armi, che era già al centro di polemiche.
Nel 1932 la direzione fu affidata allo svizzero Werner Schaad, un aperto sostenitore di Adolf Hitler, che diffuse l’ideologia nazista all’interno della fabbrica e nel suo ambiente.

Werner Schaad (davanti, al centro)
Le chiare simpatie naziste di Schaad non passarono inosservate e la fabbrica di armi finì sempre di più sotto nel mirino dell’opinione pubblica. La Procura federale avviò delle indagini, ma solo quando il Comune di Zuchwil fece pressione sul Consiglio di Stato solettese nel 1939, quest’ultimo intervenne e Schaad fu licenziato.
L’opposizione della popolazione (Regionaljournal Aargau Solothurn, SRF, 05.12.2025)
Dopo il suo licenziamento si trasferì in Germania e guidò una milizia di svizzeri simpatizzanti del nazismo. Successivamente Schaad fu condannato in Svizzera a otto anni di prigione e a dieci anni di perdita dei diritti civili.

Anche dopo il licenziamento, Schaad continuò a diffondere l'ideologia nazista. La popolazione si oppose. Alla manifestazione parteciparono circa 600 persone.
L’opposizione popolare fu incarnata da Pius Jeger, meccanico nella fabbrica di armi, che distrusse un ritratto di Hitler che Schaad aveva appeso nel suo ufficio. Un gesto per cui fu condannato a pagare i danni e la cittadinanza raccolse del denaro per aiutarlo. Jeger passò alla storia come “l’eroe di Zuchwil” e oggi una piazza all’interno dell’ex area industriale porta il suo nome.

Lo stabilimento dell'ex fabbrica d'armi a Zuchwil esiste ancora e oggi ospita altre aziende
Le armi venivano vendute principalmente alle future potenze dell’Asse, Italia, Austria e Ungheria. Quando i nazisti salirono al potere nel 1933, la produzione bellica in Germania aumentò vertiginosamente. Di conseguenza, la fabbrica di Zuchwil finì rapidamente in perdita. Nonostante altri ordini e iniezioni di capitale da parte della Rheinmetall AG, non riuscì mai a riprendersi del tutto. Dopo la sconfitta della Germania nella Seconda guerra mondiale, la fabbrica finì sulla lista nera degli Alleati e dovette chiudere. Nel 1961 fu cancellata dal registro di commercio.
I Taccuini di Norimberga
Alice 06.12.2025, 14:40
Contenuto audio









