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Un super antibiotico zurighese

L'università ha sviluppato una nuova classe di farmaci in grado di annientare anche i batteri resistenti

  • 24 ottobre 2019, 07:43
  • 4 settembre 2023, 19:05

RG 07.00 del 24.10.19: la corrispondenza di Gianluca Olgiati

RSI Svizzera 24.10.2019, 07:40

  • Archivio Keystone
Di: RG/Diem

Un gruppo di ricercatori dell'Università di Zurigo ha sviluppato una innovativa classe di antibiotici che - grazie a un meccanismo del tutto nuovo - distrugge diversi tipi di batteri pericolosi. La scoperta avvenuta all'Istituto di chimica viene ritenuta molto importante dagli esperti impegnati nella ricerca per superare la resistenza ai farmaci dei microrganismi responsabili di numerose malattie. La sostanza ora sarà sottoposta ai test clinici sull'uomo.

"Per la prima volta dopo tanto tanto tempo abbiamo sviluppato una classe di antibiotici che agiscono con un nuovo meccanismo", spiega ai microfoni RSI Katja Zerbe che ha condotto la ricerca svolta in collaborazione con la società biofarmaceutica Polyphor. Concretamente si tratta di antibiotici sintetici che interagendo con le proteine distruggono la membrana esterna dei batteri, uccidendoli. Un procedimento sviluppato per combattere i cosiddetti batteri gram-negativi, contraddistinti da una sottile parete cellulare, ma particolarmente pericolosi secondo l'Organizzazione mondiale della sanità perché ormai resistenti a molti farmaci contro infezioni gravi come polmoniti o setticemie.

Si tratta di "farmaci pensati per essere impiegati come ultima spiaggia", "da conservare solo per i casi più difficili che non reagiscono agli altri antibiotici" sottolinea la microbiologa. Il timore è che un uso diffuso delle nuove sostanze possa indurre i batteri a sviluppare nuove resistenze, come avvenuto con gli antibiotici classici. Una prospettiva che si vuole evitare poiché ogni nuova arma contro i microrganismi resistenti è troppo preziosa per essere sprecata.

I test in laboratorio in tal senso sono molto promettenti. "Abbiamo provato in tutti i modi ma non siamo riusciti a provocare delle resistenze. Quindi la speranza è che ciò non succeda tanto in fretta" afferma Katja Zerbe.

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