Il Consiglio degli svizzeri all’estero ha nuovamente lamentato ritardi nell’invio del materiale di voto. La situazione penalizzante avrebbe coinvolto sino a 30'000 svizzeri sugli oltre 190'000 iscritti al catalogo, e ad essere toccati soprattutto paesi lontani come Australia o Nuova Zelanda. "È realistico stimare che almeno uno svizzero su sei non riuscirà a votare. - ha affermato Filippo Lombardi, vicepresidente del Consiglio degli svizzeri all’estero, ai microfoni della RSI - Quindi c'è frustrazione".
"Qui abbiamo un tipico problema di federalismo - prosegue Lombardi - perché la legge sugli svizzeri all'estero è federale, ma l'esercizio del diritto di voto è regolato cantonalmente e addirittura i cantoni delegano poi ai comuni la gestione del catalogo elettorale. Questo rende molto difficile l'intervento della Confederazione in modo centralizzato".
La problematica si era già presentata nelle ultime elezioni federali, e la Confederazione aveva reso attenti cantoni e comuni. In merito alla consegna del materiale di voto, la Cancelleria federale ha inoltre sottolineato che questa dipende in gran parte dalla qualità dei servizi postali esteri, un aspetto che le autorità svizzere non possono influenzare.
"L'unica soluzione definitiva potrebbe essere quella del voto elettronico che gli svizzeri all'estero rivendicano da vent'anni, ma che oggi ancora non funziona e che ha fatto passi indietro invece che in avanti", ha aggiunto Lombardi.
La Confederazione sta attualmente lavorando per reimpostare la fase sperimentale dell'e-voting. Le tempistiche però non sono note.