Svizzera

La ricetta per curare la crisi degli ospedali

Regine Sauter, presidente di H+, ha identificato ai microfoni della RSI tre leve principali per affrontare la crisi: il passaggio al regime ambulatoriale, la digitalizzazione e una migliore coordinazione delle prestazioni tra i cantoni

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 Senza cambiamenti fondamentali, per H+ si rischiano colli di bottiglia nell'approvvigionamento, tempi di attesa più lunghi e un calo della qualità
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Grido d'allarme degli ospedali svizzeri, analisi con un ospite

SEIDISERA 27.11.2025, 18:00

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Di: SEIDISERA-Gianluca Olgiati/sdr 

Il sistema ospedaliero svizzero è sull’orlo di una crisi profonda. Questo è quanto emerge da uno studio commissionato da H+, l’organizzazione di categoria dei nosocomi elvetici, alla società di revisione e consulenza PricewaterhouseCoopers (PwC) Svizzera. Il rapporto, pubblicato giovedì, dipinge un quadro allarmante del settore, evidenziando la sua insostenibilità sia dal punto di vista finanziario che operativo.

La ricerca mette in luce una serie di sfide cruciali: l’aumento della domanda di prestazioni sanitarie, una crescente carenza di personale qualificato e tariffe che non coprono i costi effettivi. Senza interventi significativi, si prospettano scenari preoccupanti, tra cui colli di bottiglia nell’approvvigionamento, tempi di attesa più lunghi e un calo della qualità dei servizi. H+ lancia un avvertimento: entro il 2045, le perdite degli ospedali svizzeri potrebbero raggiungere la cifra astronomica di 1,1 miliardi di franchi.

Regine Sauter, presidente di H+, ha identificato tre leve principali per affrontare la crisi: il passaggio al regime ambulatoriale, la digitalizzazione e una migliore coordinazione delle prestazioni tra i cantoni. Quest’ultimo punto si rivela particolarmente delicato. “Non tutti gli ospedali avranno gli stessi compiti”, ha dichiarato Sauter ai microfoni della SRF, “dobbiamo definire profili più chiari e creare reti di collaborazione. È importante che la pianificazione ospedaliera non si fermi ai confini cantonali, ma possa svilupparsi sul piano sovra-regionale”. La proposta di trasferire la pianificazione ospedaliera alla Confederazione, avanzata da alcuni politici, viene considerata eccessiva da Sauter. “Bisogna analizzare i flussi dei pazienti, l’evoluzione demografica e i bisogni della popolazione e sviluppare nuovi modelli sul piano regionale”, ha affermato.

Un altro punto cruciale riguarda le tariffe. Il settore spinge per il passaggio all’ambulatoriale, una soluzione che incontra il favore dei pazienti e comporta costi minori. Tuttavia, H+ chiede un aggiornamento delle tariffe per coprire i costi reali e risanare le finanze degli ospedali.

La visione di Paolo Bianchi per gli ospedali ticinesi: tecnologia e ambulatoriale

Paolo Bianchi, direttore della Divisione ticinese della salute pubblica, ha commentato lo studio, definendolo ricco di spunti interessanti. “Sicuramente - chiosa ai microfoni della RSI - lo spunto principale, la sfida maggiore a cui sono confrontati gli ospedali svizzeri e ticinesi è anche quella del passaggio all’ambulatoriale, quindi del trasferimento dell’attività per i pazienti dal regime di degenza a quello ambulatoriale. Evidentemente questo trasferimento, reso possibile dai progressi anche tecnologici, quindi da interventi chirurgici sempre meno invasivi, anche intuitivamente, costa meno al sistema e richiede meno personale”. L’ambulatoriale va anche incontro alle attese dei pazienti, ribadisce Bianchi, che evidentemente, se possono rientrare a domicilio la sera dopo un intervento chirurgico ed essere seguiti al proprio domicilio, lo preferiscono rispetto al dover essere degenti in ospedale. Questa è la grande sfida, che deve essere accompagnata da un sistema tariffale che soprattutto nella ambulatoriale ritenuto deficitario dagli ospedali.

Per quanto riguarda la situazione in Ticino, Bianchi ha rassicurato che non vi sono circostante particolarmente critiche, anche se permangono preoccupazioni sui margini necessari per promuovere investimenti infrastrutturali e digitali.

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Ospedali sotto pressione

Telegiornale 27.11.2025, 20:00

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