La FINMA, l’autorità di vigilanza sui mercati finanziari, ha avuto un’importante mole di lavoro da sbrigare nel 2013: controlli in loco, indagini preliminari e decisioni di applicazione coercitiva delle disposizioni di legge hanno fatto segnare un sensibile incremento, stando al rapporto annuale pubblicato oggi (martedì).
In particolare, gli accertamenti in istituti bancari sono passati da 35 a 45 (da 14 a 20 per le sole UBS e Credit Suisse), mentre i cosiddetti “enforcement”, le verifiche di infrazioni seguite da decisioni impugnabili e dalla loro applicazione, sono aumentati da 82 a 110 (erano 61 nel 2011). La divisione che se ne occupa è stata rafforzata.
A fine anno risultavano aperte ancora 537 indagini preliminari, mentre erano 342 un anno prima. La FINMA ha annunciato anche i suoi risultati contabili: a fronte di ricavi netti di 139,6 milioni di franchi provenienti dalle tasse di vigilanza (121,9 nel 2012), le spese di esercizio hanno toccato i 126,8 milioni (da 112,5). Gli effettivi sono cresciuti da 477 a 504 dipendenti, che occupano insieme 468 posti a tempo pieno.
ATS/pon