Il nuovo “contratto” tra Svizzera e Unione Europa, che per lunghezza fa tremare vene e polsi, è ora pubblico. A disposizione di tutti. Venerdì 13 giugno è il giorno della pubblicazione degli accordi bilaterali III. Si tratta, ma non solo, dell’aggiornamento dei cinque precedenti accordi per continuare ad avere accesso al mercato comune. Per contenere tutte le carte occorrono tre interi classificatori. Una sessantina di pagine presentano l’accordo globale e tredici allegati spiegano i vari ambiti. A questi si aggiunge un rapporto esplicativo di 800 pagine. In tutto quasi 2’000 pagine, fitte di regole, disposizioni molto tecniche e nuove leggi (è prevista la modifica di 32 leggi federali e la creazione di 3 nuove leggi).
Cassis: “Indipendenza della Svizzera rafforzata”
Il “pacchetto” che sarà discusso in Parlamento il prossimo anno, da oggi è in consultazione e lo sarà sino a fine ottobre. A presentarlo nel pomeriggio, in conferenza stampa a Berna, è stato il consigliere federale Ignazio Cassis. “Oggi è una giornata importante, una tappa importante lungo il percorso per stabilizzare e modernizzare le relazioni con l’UE“, ha esordito. “Facciamo parte dell’Europa, non solo geograficamente, ma anche per i nostri legami economici e sociali”. La Svizzera - ha sottolineato il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) - è uno Stato sovrano e ha negoziato in modo sovrano i nuovi accordi con l’UE. Questi ampliano il nostro margine di manovra”. Cassis ha affermato anche che l’indipendenza della Svizzera, ne uscirà rafforzata, non indebolita: “Il diritto dell’UE sarà recepito in modo dinamico nei singoli settori. Ora le procedure sono chiare: i conflitti saranno risolti da tribunali arbitrali. La clausola aggiuntiva sull’immigrazione è un ulteriore vantaggio. E, ha concluso il capo del DFAE, “i nuovi accordi garantiscono la democrazia diretta e consentono di avere voce in capitolo nelle regole future”.
“Il diritto di soggiorno resta legato al lavoro”
“È stato un processo di negoziazione intenso. Nessuna delle due parti ha fatto sconti”, ha affermato il capo negoziatore svizzero Patric Franzen intervenendo alla conferenza stampa. L’ambasciatore, capo della Divisione Europa e Segretario di Stato aggiunto del DFAE, ha sottolineato in particolare l’approccio settoriale adottato, che permette di definire chiaramente il campo di applicazione dell’adozione dinamica del diritto. La Svizzera è riuscita a negoziare importanti eccezioni che non sono soggette all’adozione dinamica del diritto, ha affermato.
“L’immigrazione deve continuare ad essere un’immigrazione nel mercato del lavoro e non un’immigrazione diretta nei sistemi sociali” anche nell’ambito degli accordi Bilaterali III, ha affermato dal canto suo il direttore della Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) Vincenzo Mascioli.
La Svizzera - ha precisato il Segretario di Stato - ha negoziato diverse eccezioni a questo proposito. Solo chi ha un lavoro in Svizzera può trasferirsi qui. Chi perde l’impiego è tenuto a cercarne uno nuovo. “La Svizzera adotta quindi solo in parte la direttiva sui cittadini dell’Unione”. Il diritto di soggiorno permanente in Svizzera è legato all’attività lavorativa.
Inoltre, la Svizzera ha negoziato una clausola di salvaguardia concreta. A determinate condizioni, in futuro la Svizzera potrà limitare la libera circolazione delle persone, ha aggiunto Mascioli.
“Per il buon andamento di un’economia aperta come quella svizzera, con materie prime limitate e un mercato interno di ridotte dimensioni, la partecipazione ai mercati esteri svolge una funzione essenziale”, ha precisato il Consiglio federale in una nota. Con una quota pari a circa il 53% del commercio di beni e servizi, l’UE è di gran lunga il principale partner commerciale della Svizzera.
Un voto unico, ma scorporato in quattro oggetti
Gli accordi - che il Governo raccomanda di sottoporre al solo voto popolare e non anche ai Cantoni - verranno probabilmente scorporati in quattro votazioni separate: la prima sull’aggiornamento degli accordi esistenti, le altre tre sui nuovi accordi nel campo di elettricità, sanità e sicurezza alimentare. È quasi scontato che gli oggetti vengano votati lo stesso giorno, anche perché l’UE ha posto una condizione: se il popolo boccia il testo fondamentale dell’aggiornamento, anche gli altri tre accordi - pur se approvati dal popolo svizzero - cadrebbero. La mole della documentazione, ma soprattutto il contenuto tecnico, lasciano chiaramente intendere che non sarà facile per i cittadini farsi un’opinione per poi decidere.
Ma non spetterà solo alla Svizzera esprimersi. Anche la controparte, attraverso il Consiglio dell’UE dovrà dare luce verde affinché la Commissione possa firmare formalmente gli accordi.

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Notiziario 13.06.2025, 11:00
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