Ticino e Grigioni

1. maggio, timori e auspici

Sindacati su un fronte, padronato sull'altro esprimono cauto ottimismo. Focus sul lavoro in Ticino

  • 1 maggio 2016, 09:33
  • 7 giugno 2023, 19:33

Mercato del lavoro in affanno, le considerazioni di Stefano Modenini AITI, Giovanni Scolari OCST e Rolando Lepori Unia - Lino Bini

RSI Info 01.05.2016, 09:30

Cortei, comizi, operai e sindacati in marcia oggi, 1. maggio, nelle principali piazze della Confederazione per rivendicare il diritto al lavoro. Un appuntamento sentito e sempre attuale, che rappresenta un momento di riflessione nel quale vengono coinvolti, seppur non direttamente, anche impresari e imprenditori.

Se lo scorso anno a creare preoccupazione tra gli addetti ai lavori era soprattutto lo scenario economico difficile legato alle ripercussioni del franco forte sul settore produttivo, non solo ticinese - franco che ha colto impreparate diverse realtà costrette ad adottare misure anche impopolari quali i licenziamenti -, quest'anno i timori sono legati prevalentemente alla capacità del comparto industriale di rinnovarsi e di rafforzarsi per tornare nuovamente ad investire e a creare posti di lavoro e benessere.

Franco forte, mercato del lavoro e frontalieri ieri e oggi (clicca sull'immagine per ingrandirla)

Franco forte, mercato del lavoro e frontalieri ieri e oggi (clicca sull'immagine per ingrandirla)

  • RSI/px


Preoccupazione e cauto ottimismo vengono espressi da Stefano Modenini, direttore dell'Associazione industrie ticinesi (AITI) secondo il quale: "
Se il 2015 è stato un anno difficile, il 2016 non è iniziato nel migliore dei modi...; anche se è stata raggiunta una relativa stabilità le aziende sono prudenti e, di fatto, hanno adottato un blocco delle assunzioni e degli investimenti".

"Se a causa del franco forte lo scorso anno abbiamo assistito alla richiesta da parte di numerose aziende di rivedere alcune delle conquiste sociali e contrattuali ottenute dai lavoratori negli anni, oggi stiamo assistendo a una riduzione di posti di lavoro, attraverso la strategia dei piccoli tagli", denuncia preoccupato Giovanni Scolari, sindacalista dell'OCST, che aggiunge: "Il mercato del lavoro in Ticino è sicuramente meno nero rispetto a 12 mesi fa, ma per rimanere concorrenziale il settore industriale dovrà puntare sull'innovazione".

"Dalle aziende giungono segnali incoraggianti : la produzione è tornata a crescere nonostante alcune difficoltà legate ancora alla forza del franco rispetto ad altre monete", aggiunge dal canto suo Rolando Lepori, sindacalista Unia, che sottolinea: "In generale i contratti in portafoglio e gli ordinativi delle ditte sembrano essere buoni, tant'è che sono diverse le imprese che hanno introdotto il lavoro a turni per smaltire le comande".

Lino Bini

Dal TG12.30:

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