Il procuratore pubblico Roberto Ruggeri ha rinviato a giudizio un 37enne del Mendrisiotto arrestato nel gennaio scorso, che a partire del 2007 abusò più volte della figlia minorenne. Davanti alla Corte delle Assise Criminali, che sarà presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, dovrà rispondere di tre tentate violenze carnali e di una ventina di altri episodi.
Ci sono poi le accuse riferite al materiale pedopornografico trovato nel suo computer (oltre 10'000 file) e quelle legate al fatto di avere scaricato, utilizzando il loro account, le foto della figlia (pure minorenne) di conoscenti.
L’uomo, difeso dall’avvocato Stefano Pizzola, è sostanzialmente reo confesso. Per i soprusi sulla sua bambina era già finito sotto inchiesta nel 2008. Tre anni più tardi la procura archiviò però il caso con un decreto d’abbandono; cosa che gli permise di continuare imperterrito ad approfittare della giovane.
Nell’agosto scorso la madre della vittima si rivolse di nuovo al ministero pubblico. A metà gennaio gli inquirenti perquisirono casa sua, trovarono i file e a quel punto (finalmente) lui vuotò il sacco. Da allora è in carcere, e il 17 settembre comparirà alla sbarra. Rischia una pena superiore ai cinque anni.
Nonostante le turbe di cui soffre, il 47enne non potrà beneficiare di alcuna scemata imputabilità. Lo ha stabilito il perito psichiatrico, che ha tendenzialmente escluso un legame con gli abusi subìti a sua volta, assieme al fratello, dal papà. Il padre fu condannato a due anni e mezzo (in parte sospesi) nel maggio del 2010. Due giorni dopo la sentenza rilasciò un’intervista alla RSI, per raccontare l’esperienza vissuta e denunciare – mentre lui stesso, come detto, era indagato – le capacità manipolatorie del genitore.
Da abusato ad abusatore
Il Quotidiano 31.07.2020, 21:30