Il futuro della Rete Due è al centro di un dibattito che si è acceso dopo le notizie riguardanti alcune profonde modifiche del canale culturale della RSI.
Il cambiamento mira a distribuire l'offerta culturale alla Rete Uno e alla diffusione via Internet. Per la Rete Due, questo si tradurrebbe in una drastica riduzione del parlato, che passerebbe dal 40 al 10 percento, trasformandola così in una rete quasi esclusivamente musicale.
Per la direzione della RSI si tratta di una rielaborazione dell'offerta. “Il mandato di promuovere la cultura, la musica, le arti e la scienza resta fondamentale. Lo faremo nello stesso termine quantitativo, con una distribuzione diversa”, spiega il direttore della RSI Maurizio Canetta ai microfoni della Rete Uno.
CSI 18.00 del 10.12.2020 - La reazione di Maurizio Canetta
RSI Ticino e Grigioni 10.12.2020, 19:20
Diverso il parere di chi ha preso pubblicamente posizione contro questa decisione, da Fabio Pusterla a Tommaso Soldini a Nelly Valsangiacomo, che parlano di una sconfitta.
“È chiaro che la cultura non ha mai avuto un ascolto tra i più alti, ma è importante che esista e che vi sia un luogo nel quale ritrovare elementi informativi, di approfondimento e di creazione”, afferma Nelly Valsangiacomo, storica e professoressa all’Università di Losanna. “Sono tutti elementi che fanno parte costitutiva della nostra società. Un’azienda radiotelevisiva con un mandato di servizio pubblico queste cose dovrebbe ricordarsele”.
Nei giorni scorsi è stata anche lanciata una petizione dal titolo "Salviamo la Rete Due", che ha già raccolto oltre 7’000 firme.
Per quanto riguarda le tempistiche, il cambiamento è ancora in atto. “Il progetto in corso è nato un anno fa”, precisa Canetta. “L’idea iniziale era gennaio 2022, si tratterà di costruire con chi mi succederà”.
Il futuro di rete due
Il Quotidiano 10.12.2020, 20:00