L’esecutore materiale dell’incendio di via Nassa è stato fermato oltre confine, dando seguito all’ordine di arresto internazionale emesso, nei suoi confronti, dagli inquirenti ticinesi. Le autorità italiane lo hanno sentito. È tuttora a loro disposizione, e la procuratrice pubblica Margherita Lanzillo ne ha già domandato l’estradizione.
La sera del 12 febbraio scorso, armato di tanica e accendino il cittadino campano entrò nella boutique. Prese un mucchio di vestiti, li portò sul retro del negozio, li cosparse di carburante e appiccò il fuoco. L’intenzione era quella di bruciare solo della merce in liquidazione, ma il fumo finì per distruggere tutto.
L’uomo riuscì a tornare in Italia. Il connazionale di 43 anni che lo aveva reclutato venne invece arrestato assieme ad altre due persone. La seconda novità riguarda proprio il 43enne, l’unico dei tre che era rimasto dietro le sbarre. La settimana scorsa è stato scarcerato anche lui.
Mandante del fallito raggiro all’assicurazione, l’amministratore della società a cui faceva capo il negozio. Il commerciante (reo confesso) aveva chiesto al 43enne di sbarazzarsi dello stock di abiti. Una parte dei beni in vendita al “White”, che complessivamente erano stati assicurati per un importo di circa due milioni di franchi.
Il rogo a Lugano, il fermo in Italia
Il Quotidiano 17.05.2021, 21:00