Ticino e Grigioni

Finanze cantonali: un baratro

Il disavanzo nel 2020 potrebbe superare i 300 milioni di franchi. Prima della pandemia era previsto un avanzo di 4 milioni

  • 12 maggio 2020, 20:08
  • 10 giugno 2023, 00:51
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Per l'anno in scorso, prima del lockdown era stato prospettato un avanzo di 4 milioni di franchi

Per l'anno in scorso, prima del lockdown era stato prospettato un avanzo di 4 milioni di franchi

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Di: QUOT/CSI/Bleff

Sono numeri preoccupanti quelli che descrivono l'impatto finanziario della pandemia sulle casse cantonali. Secondo informazioni raccolte dalla RSI, nel 2020 lo scenario migliore prevede un disavanzo di 175 milioni di franchi, e il peggiore un "rosso" da 310 milioni, ai quali potrebbero aggiungersi meno versamenti dalla banca nazionale e più spese a voci quali sussidi di cassa malati. Per l'anno in scorso era stato prospettato un avanzo di quattro milioni di franchi, ma il lockdown ha invertito il segno, e per l'ente pubblico il baratro è quindi di centinaia di milioni di franchi.

CSI 18.00 del 12.5.2020 - L'intervista di Amanda Pfaendler a Christian Vitta

RSI Ticino e Grigioni 12.05.2020, 19:52

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"La situazione è in continua evoluzione", spiega il direttore del Dipartimento finanze ed economia, Christian Vitta, ai microfoni della RSI. "Come è facile immaginarsi il 2020 sarà un anno molto difficile dal profilo finanziario: da un lato abbiamo una contrazione dei ricavi, dei gettiti fiscali, e dall'altro un aumento delle spese. Parliamo di alcune centinaia di milioni di disavanzo finora stimato, che potrebbero crescere nei prossimi mesi".

Le reazioni

I deputati presenti all'incontro mercoledì tra il consigliere di Stato e la sottocommissione finanze del Gran Consiglio non sono sembrati particolarmente sorpresi dal contraccolpo subito dalle casse del cantone.

CSI 18.00 del 12.5.2020 - Le reazioni della commissione nel servizio di Alessandro Broggini

RSI Ticino e Grigioni 12.05.2020, 19:54

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"Auspichiamo una riduzione delle imposte", ha dichiarato Michele Guerra (Lega) "e l'impiego di ulteriori aiuti nei confronti di quelle realtà che oggi si trovano in gravi difficoltà".

Gli fa eco Paolo Pamini (UDC): "A mio giudizio se ne esce con una pausa dagli oggetti in corso d'opera, per capire come si evolve la società. Poi se ne uscirà con un alleggerimento dello Stato. Se la società ha rallentato non possiamo permetterci di tassarla come si faceva prima".

Di diversa opinione è Ivo Durisch (PS): "La prima cosa è guardare i bisogni dei cittadini e delle aziende", spiega, "dall'altra bisogna guardare più a lunga scadenza. Le finanze dello Stato potranno sicuramente ristabilirsi. Quello che bisognerà guardare con attenzione è di non promuovere ulteriori sgravi fiscali, e sicuramente non possiamo permetterci ulteriori tagli ai servizi di prestazione a chi probabilmente avrà difficoltà a riprendersi".

Fiducioso anche il PPD Fiorenzo Dadò: "Me lo aspettavo. C'è da sperare che sia solo per quest'anno e che nel 2021 l'economia riprenda. Se ciò non avverrà bisognerà pensare a una riduzione della spesa da parte dell'ente pubblico".

"Sarà lo Stato a doversi assumere questi eventuali deficit facendo eventuali debiti", afferma invece Samantha Bourgoin dei Verdi, "perché dovrà continuare a sostenere la popolazione e l'economia, riorientando una partenza che sia resiliente e consideri anche l'ecologia".

Per Alessandra Gianella (PLR) "ci vorrà ancora del tempo. Adesso abbiamo dei messaggi urgenti: penso al trasporto pubblico, alla legge sull'innovazione economica e la riforma sociale che andremo a discutere già nel corso del prossimo Granconsiglio. Poi bisognerà pensare alla salvaguardia dei posti di lavoro e di apprendistato, continuando a investire nella formazione e nell'innovazione per uscire da questa crisi".

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