Ticino e Grigioni

Il medico che per primo curò il Covid

Il dottor Pietro Antonini un anno fa si occupò del primo paziente ammalatosi in Svizzera: “Sapevamo che la malattia era pericolosa, dovevamo fare attenzione a non sbagliarci"

  • 25 febbraio 2021, 13:31
  • 10 giugno 2023, 08:50

Intervista al dr. Pietro Antonini, il medico che curò il primo paziente ammalatosi di Covid-19 in Svizzera

RSI Ticino e Grigioni 25.02.2021, 12:03

  • RSI
Di: Mattia Pacella/Telegiornale 12.30

Un anno fa è stato diagnosticato il primo caso di Covid-19 in Svizzera, e venne scoperto in Ticino. Un anno che ha cambiato la vita di tutti. La RSI è tornata dove tutto è cominciato: alla Clinica Moncucco dove abbiamo incontrato il medico che per primo seguì il paziente 0.

Un anno di pandemia, parla il medico del primo paziente

Telegiornale 25.02.2021, 21:00

“Mi ricordo che mi telefonò un mio ex compagno di ufficio a Ginevra, oggi capo del laboratorio di virologia, e mi disse ‘Pietrò c’est ton patient!’. È così che tutto cominciò, ci spiega ancora il dottor Pietro Antonini: “Il primo pensiero fu verso il paziente naturalmente, sapevamo che la malattia era potenzialmente grave ma soprattutto c’era la paura di sbagliarsi. C’erano da prendere le misure precauzionali, sentire il medico cantonale, accordarsi con la task force. Questo per fare in modo che tutto filasse come ci avevano detto che doveva andare.”

Primo caso di coronavirus in Ticino

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Quella del Covid, conferma Antonini, è una pandemia, una crisi sanitaria a tutti gli effetti: “Quando ci sono momenti di crisi, spunta sempre fuori il negazionismo, chi dice ‘no non è così’. Affrontare la realtà è sempre difficile, soprattutto quando questa cambia le nostre abitudini. Fa parte un po’ della natura umana di negare e dire che un problema non esiste”.

In un anno tutto è cambiato e anche il “primo medico” ci dice di avere imparato tantissime cose che prima non conosceva: “Questa crisi mi ha fatto evolvere. E poi umanamente l’approccio con i pazienti è cambiato perché la gente era grata che qualcuno si occupasse di loro. Anche prima, ma adesso in maniera diversa. Chi l’ha vissuta sulla pelle ha visto che questa malattia è veramente pericolosa.”

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