Il silenzio sull'ex Macello prosegue

Norman Gobbi: "Non posso esprimermi perché c'è un'inchiesta penale in corso" - "I sospetti vengono alimentati politicamente e mediaticamente"

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Norman Gobbi, il direttore del Dipartimento delle istituzioni, responsabile politico dell'operato della polizia cantonale, non intende rompere il silenzio stampa e offrire risposte sull'intervento che ha portato alla demolizione dell'ex Macello di Lugano lo scorso 29 maggio.

Il consigliere di Stato leghista lo ha ribadito venerdì nel corso della conferenza stampa convocata dalle autorità cantonali per illustrare le novità riguardanti la campagna vaccinale in Ticino. Rispondendo ad una precisa domanda della RSI a sapere perché da ormai due settimane si rifiuti costantemente di esprimersi, malgrado ciò possa alimentare i sospetti dell'opinione pubblica sui retroscena dell'operazione, ha semplicemente spiegato di non poter dire la sua.

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Il silenzio stampa del capo dipartimento si giustifica, ha affermato dopo aver sottolineato che "i sospetti vengono alimentati politicamente e mediaticamente" - invitando pure la RSI a fare autocritica -, poiché il Governo deve ancora rispondere a diversi atti parlamentari presentati sulla vicenda, ma non può farlo dato che c'è in corso un'inchiesta penale. Un'indagine che è prevalente su ogni questione di natura amministrativa. "La verifica dei fatti in questo momento compete unicamente al ministero pubblico", ha sottolineato il direttore del Dipartimento delle istituzioni. "Il silenzio rimane tale fintanto che il Governo deciderà sulle risposte. Spero lo possa fare presto. L’auspicio è che eventuali dubbi possano essere chiariti al più presto".

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RED. MM
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