Ticino e Grigioni

Dumping salariale, no alla seconda iniziativa MPS

Il Gran Consiglio ticinese ha respinto il testo che chiede di rafforzare i controlli estendendoli a tutti i contratti di lavoro – Saranno i cittadini a esprimersi, probabilmente a marzo

  • Un'ora fa
L'aula del Gran Consiglio ticinese
04:12

La cronaca dal Gran Consiglio

SEIDISERA 18.11.2025, 18:00

  • tipress
Di: SEIDISERA/Il Quotidiano/dielle 

Iniziativa anti-dumping salariale, atto secondo. Il Gran Consiglio ticinese ha affrontato oggi (martedì) un’iniziativa popolare presentata dall’Movimento per il socialismo (MPS) su quest’annoso tema che da tempo occupa la politica cantonale, ovvero quel fenomeno per cui i bassi salari pagati ai frontalieri spingono i datori di lavoro ad abbassare anche quelli dei residenti. L’iniziativa mira a contrastare il dumping e rafforzare i controlli dell’ispettorato cantonale del lavoro

Dopo quasi quattro ore di discussione il Parlamento ha respinto l’iniziativa, sulla quale la popolazione ticinese sarà quindi chiamata a votare prossimamente, probabilmente già il prossimo 8 marzo.

Il testo fa seguito a un’altra iniziativa – sempre dell’MPS – respinta nel 2016 alle urne, e il motivo è presto detto: gli iniziativisti ritengono il controprogetto entrato in vigore dopo la votazione non efficace. Questa nuova iniziativa è stata lanciata nel 2019 e solo oggi, dopo sei anni, ha concluso il suo iter in Gran Consiglio. Le richieste principali prevedono di dare più compiti all’ispettorato cantonale del lavoro e introdurre l’obbligo di notifica dei contratti: in pratica, ogni nuovo contratto firmato in Ticino dovrebbe essere inviato all’ispettorato, che potrebbe così verificare il rispetto delle leggi.

La discussione è stata lunga e gli iniziativisti hanno chiesto un rinvio in commissione, contestando le previsioni sui funzionari necessari per i controlli. Si voleva una verifica e un dato certo sui numeri degli ispettori necessari e i costi (6 milioni di franchi secondo l’MPS, 18 milioni per oltre 160 ispettori secondo Governo e maggioranza commissionale). Pur riconoscendo il problema, la maggioranza del Gran Consiglio non ha ritenuto necessario rimandare il testo in commissione e ha poi bocciato il testo (52 voti a 20), sostenendo la buona qualità del lavoro d’ispettorato attualmente svolto.

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