Un test PCR non valido e il viaggio si trasforma in odissea: è quanto successo alla famiglia del ticinese Giancarlo Scarito, che sarebbe dovuta partire per San Paolo la sera del 16 luglio, a testimonianza di quanto possa rivelarsi complicato viaggiare in tempo di Covid-19. L’aereo sarebbe dovuto decollare da Kloten alle 22.40 ma è rimasto a terra poiché una persona aveva un test PCR non idoneo e si doveva recuperare la valigia già in stiva.
“I miei familiari erano già imbarcati ma tutti i passeggeri sono fatti scendere fino a quando la valigia non è stata ritrovata; dopo, tuttavia, era troppo tardi per poter decollare”, ci spiega Giancarlo Scarito. Dopo le 23.30 infatti non si può più volare nei cieli di Kloten.

Un mare di regole
Telegiornale 05.07.2021, 22:00
Il giorno dopo un’altra brutta sorpresa: “Prima di lasciare l’aeroporto, Swiss ha garantito che i test PCR effettuati dai passeggeri sarebbe stati validi per 24 ore, ma al momento di partire è stato detto ai miei famigliari che il loro non era più valido: un netto controsenso rispetto a quanto riferito il giorno prima”, continua Scarito.
La compagnia ha ammesso incomprensioni ma ai nostri microfoni si è giustificata spiegando che le autorità brasiliane avevano fatto un’eccezione per la durata della validità del risultato del test PCR per i viaggiatori del volo posticipato al giorno seguente. Alcuni passeggeri hanno però deciso di non prendere il volo supplementare del pomeriggio ma quello regolare della sera. Per quest'ultimo l'autorizzazione speciale non era valida; in quel momento, in Svizzera, non era però ancora chiaro che l'autorizzazione del Brasile valesse solo per il volo del pomeriggio.
La famiglia di Giancarlo Scarito è arrivata in Brasile con oltre tre giorni di ritardo. Ora, su questa vicenda anche Swiss vuole fare chiarezza e per questo ha aperto un’inchiesta interna.