Dopo il via libera mercoledì anche del Nazionale, il divieto di indossare il burqa e il niqab in Ticino è diventato oramai quasi realtà. Il Consiglio di Stato ticinese ha approvato il nuovo progetto di legge sull'ordine pubblico.
Per poter applicare quanto deciso dal popolo il 22 settembre del 2013, è stato necessario apportare una modifica alla Costituzione cantonale, attraverso anche una revisione della Legge sull’ordine pubblico, nella quale si prevede di introdurre il divieto di “dissimulare o nascondere il viso sul suolo pubblico, nei luoghi aperti al pubblico e in quelli destinati a offrire un servizio pubblico”, ha ricordato il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi nel corso di una conferenza stampa, mercoledì a Bellinzona.
In particolare, ha sottolineato dal canto suo il sostituto procuratore generale Antonio Perugini, le nuove norme prevedono che venga punito con una multa chi “dissimula o copre il volto su area pubblica” e chi “obbliga, costringe o induce in altro modo altri a dissimulare o coprire il viso”.
Il progetto di legge, naturalmente, prevede anche delle eccezioni legate, ad esempio, all’utilizzo del casco per i motociclisti, per la polizia, per i pompieri o per il personale sanitario e militare. Non solo, deroghe sono previste pure per ragioni di sicurezza (ad esempio per la tutela dei lavoratori o per alcune discipline sportive), per manifestazioni religiose, culturali, artistiche e commemorative. Nessuna eccezione, invece, è prevista per le turiste arabe con il velo integrale che, non di rado, si incontrano a sud delle Alpi.
La consegna delle firme da parte di Giorgio Ghiringhelli
Municipi in prima fila
A vigilare sul rispetto di questa nuova norma saranno chiamati i Municipi, con le rispettive polizie comunali, che sembrano aver ben recepito le novità, anche se non hanno mancato di esprimere alcune preoccupazioni sull’applicazione di queste regole. Le infrazioni saranno punite con una multa da 100 a 10'000 franchi e alle persone colte in flagrante residenti all’estero verrà chiesto il versamento anticipato di una garanzia.
Due anni di tempo
Il 22 settembre del 2013 i cittadini ticinesi hanno detto “sì” all’iniziativa popolare promossa da Giorgio Ghiringhelli, (Guastafeste), con la quale si chiedeva di vietare sia il velo integrale per motivi religioni, sia il mascheramento del volto durante le manifestazioni. Il 12 novembre dello scorso anno, il Consiglio federale ha trasmetto il messaggio all’Assemblea federale, preavvisando favorevolmente la concessione della garanzia federale. Il 5 marzo il Consiglio degli Stati ha dato il suo nullaosta seguito, oggi, dal Nazionale.
Per saperne di più
bin
Dal TG20
Dal Quotidiano
RG delle 12.30 del 11/03/2015; in studio Gabriele Bohrer
RSI Info 11.03.2015, 14:29