Ticino e Grigioni

Obiettivo 2021: 230 milioni di deficit

Il gettito fiscale cantonale potrebbe calare di 180 milioni a causa della pandemia – Christian Vitta non esclude un rinvio della riforma fiscale

  • 24 agosto 2020, 23:36
  • 8 febbraio, 12:12
Christian Vitta

Christian Vitta

  • RSI
Di: pol/60 Minuti

"Per il biennio 2020-2021 vediamo delle perdite annue che possono oscillare tra i 230 e i 300 milioni di franchi. Sicuramente il 2020 registrerà una perdita maggiore, per il 2021 speriamo di poter contenere leggermente questo disavanzo". Gli effetti della pandemia sulle finanze cantonali sono stati quantificati dal direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta intervistato lunedì sera nel corso della trasmissione "60 Minuti estate" Pronti, ripartenza e via! che ha proposto un confronto tra i partiti sulle modalità con cui affrontare le conseguenze del Covid-19 sui conti del cantone. Si pensava di chiudere il 2020 e il 2021 in sostanziale pareggio, ma non sarà così.

Il preventivo del prossimo anno è in allestimento e inevitabilmente presenterà un deficit. "L’obiettivo sarebbe di restare attorno ad un deficit di 230 milioni. Vedremo come evolverà la situazione nelle prossime settimane", ha spiegato il consigliere di Stato sottolineando che la pandemia ha avuto ripercussioni sulle finanze cantonale tanto sul fronte delle uscite quanto su quello delle entrate. "C'è sicuramente l'intervento che si effettua in ambito sanitario. Abbiamo comunque una spesa anche nell'ambito sociale, che ha una sua evoluzione. Per la cultura abbiamo delle misure che sono complementari a quelle della Confederazione. Per le start-up, la stessa cosa – ha affermato Christian Vitta -. Dall'altra parte non dimentichiamoci che registreremo una perdita importante del gettito fiscale. Anche qui ancora difficile dare delle cifre esatte. Ma può anche essere una cifra che si aggira sui 180 milioni di franchi".

Alla luce di questo quadro, si può pensare ad un ritocco verso l'alto del moltiplicatore cantonale?

"In questa fase - sottolinea il direttore del DFE - è importante che ogni partito metta sul tavolo le proprie proposte. Bisogna avere la consapevolezza della situazione, questo è importante. Poi si dovrà agire di conseguenza in maniera anche coerente. Per la cassa pensioni dobbiamo essere consapevoli tutti che lo Stato è garante, quindi non è che rimandando il risanamento risolviamo il problema. Nelle discussioni ci sarà anche chi porterà questo tema e potrà essere oggetto di confronto. Per quanto riguarda gli sgravi fiscali, vi è un programma che è stato votato, con delle tappe ben precise. Sarà anche opportuno chinarsi sulla gradualità di queste misure nel tempo. Il Governo ha iniziato adesso a fare delle prime riflessioni su determinati ambiti che non sono strettamente urgenti, dove certi interventi politici possono essere posticipati nel tempo. Si spazia dal fronte delle entrate, al fronte delle uscite, al fronte degli investimenti. Questo è un esercizio che ogni dipartimento sta facendo. Io spero che dal 2023 si possa risalire la china. Nel 2021 e 2022 non bisognerà compromettere la situazione finanziaria in maniera eccessiva. Altrimenti i buchi di oggi diventano oneri per i cittadini di domani e questo noi non lo vogliamo".

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