Servono mediatori culturali
Le risorse umane e finanziarie per far fronte all'aumento del flusso di migranti scarseggiano
L’aumento del flusso di migranti rende più importante la figura del mediatore culturale, anche in Ticino, dove però le risorse umane e finanziarie per intervenire scarseggiano. È questa la situazione descritta domenica alle Cronache della Svizzera italiana da Giona Mattei, responsabile dell’agenzia DERMAN, che forma queste figure professionali.
"Facciamo fatica con quanto ci è concesso a stare dietro a tutte le richieste", ha spiegato, precisando che se fino a qualche anno fa le ore di intervento annuali (in ambito scolastico, sociale e sanitario) erano in media 1'500, nel 2015 hanno raggiunto quota 5'000 e continuano ad aumentare.
"Al momento mancano in particolare degli interpreti per il tigrino, la lingua eritrea", ha aggiunto Mattei, "almeno tre o quattro in più potrebbero essere utili".
Il bisogno aumenta, ma le risorse diminuiscono. I tagli del cantone nell'ambito della manovra finanziaria, infatti, hanno toccato (per la prima volta da anni) anche i fondi per l'integrazione.
CSI/ZZ
- CSI 18.00 del 21.08.16: Il servizio di Pervin Kavakcioglu