Ticino e Grigioni

“Accordo sui frontalieri da disdire”

Lo sostiene il gruppo PLR che presenta un’iniziativa cantonale in tal senso indirizzata all’Assemblea federale

  • 26.01.2014, 16:30
  • 18.06.2023, 09:11
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Ha varcato il confine l'iniziativa cantonale proposta dal PLRT

  • CER / Ti-Press / F.Agosta

Per tutelare gli interessi del Ticino nelle trattative in corso con l’Italia bisogna abrogare l’accordo sull’imposizione dei frontalieri. Ne è convinto il gruppo PLR che, domenica pomeriggio a Camorino, ha presentato un’iniziativa cantonale in tal senso approvata mercoledì scorso dal gruppo parlamentare e indirizzata all’Assemblea federale.

“Bisogna intervenire affinché le Camere facciano pressione sul Consiglio federale perché denunci unilateralmente l'accordo sui frontalieri”, hanno sottolineato il capogruppo in Gran Consiglio Christian Vitta e il presidente della sezione ticinese del partito Rocco Cattaneo , che si sono detti d’accordo affinché “venga abrogato l’accordo sull’imposizione dei frontalieri per ristabilire maggiore equità”.

"Non è un'iniziativa contro i frontalieri; siamo sempre contrari all'iniziativa dell'UDC ma va riequilibrata la fiscalità", ha tenuto a precisare Rocco Cattaneo.

Fredde anche un po' sarcastiche le reazioni degli altri partiti raccolte dalle Cronache della Svizzera italiana. Il coordinatore della Lega dei ticinesi Attilio Bignasca ha rimarcato "il Plr si muove quando i suoi e gli asinelli sono già fuori dalla stalla".

Dello stesso tenore, il commento del presidente Ppd: "Un'iniziativa - rileva Giovanni Jelmini - che non propone nulla di nuovo, e ha solo un forte sapore di marketing elettorale". La capogruppo del PS Pelin Kandemir Bordoli si è infine detta sorpresa del fatto che sia stata convocata una conferenza stampa di domenica, per una questione sollevata e discussa da altri partiti in molte altre occasioni.

Red MM/bin

Lo scopo della proposta

La misura, spiega il PLR, permetterà di ristabilire una maggiore equità dell’imposizione e di rivedere le quote di ristorno delle imposte alla fonte che annualmente comporta per il Ticino un ristorno di 60 milioni di franchi. Non da ultimo si vogliono eliminare le distorsioni sul mercato del lavoro ticinese che generano un effetto di diminuzione generalizzata dei salari. "È evidente - si sottolinea - che lavorare in Svizzera e abitare in Italia presenta - come detto - dei vantaggi fiscali notevolissimi, che si cumulano con l’importante attrazione che l’economia svizzera e ticinese hanno sui residenti italiani di frontiera in un momento di grande crisi e di pressione sui salari. Tutto questo genera effetti perversi sul mercato di lavoro delle zone svizzere di frontiera, influenzando al ribasso il livello dei salari a danno dei lavoratori residenti".

Alcuni stralci del documento

“Riteniamo che l’accordo contenuto nella convenzione per evitare la doppia imposizione sia oramai ampiamente superato dai tempi e non si giustifichi più”, viene sottolineato nel documento presentato domenica pomeriggio nel quale si sostiene: “Le conseguenze sulla fiscalità nei confronti dei lavoratori frontalieri residenti nella fascia di confine, generano una palese disparità di trattamento sia tra lavoratori ticinesi e lavoratori frontalieri che tra gli stessi lavoratori italiani”. "Il gruppo PLR chiede alle Camere federali di intervenire sul Consiglio federale per denunciare unilateralmente l’accordo sui frontalieri e la convenzione di doppia imposizione di cui questo fa parte. In questo modo si potrà rinegoziare il tutto partendo da una base maggiormente equa e che tenga in considerazione gli interessi di tutta la Svizzera, compreso il Ticino”, viene inoltre ribadito nella nota.

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  • CSI 18.00 Il servizio di Darco Degrussa

    RSI Info 26.01.2014, 19:05

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