Un testimone del processo di Brusio ha ricevuto una lettera minatoria per far sì che cambiasse versione una volta in aula. In caso contrario sarebbero stati guai seri per la sua famiglia. È quanto emerso oggi, mercoledì, al processo per il delitto di Zalende nel quale, il 21 novembre 2010, vennero ammazzati due coniugi poschiavini. In Valtellina per far luce sull'origine dello scritto è stata aperta una nuova indagine contro ignoti.
Vendette le schede false
La missiva era indirizzata ad un imprenditore che fornì al presunto mandante dell’omicidio le schede telefoniche intestate a persone inesistenti e utilizzate per comunicare con il killer. L’autore del documento, che inizia con un "gentile signore" e termina con una minaccia di morte, è ancora ignoto. Le pagine contengono stralci integrali dei verbali.
Il dibattimento
In giornata verranno sentiti dei parenti stretti delle vittime. Con quest'ultimi i coniugi uccisi avevano avuto delle discussioni relative ad un'eredità.
Tra i testimoni che dovrebbero essere ascoltati prossimamente vi è anche l’imprenditore poschiavino che aveva già avuto dei guai per questa vicenda. Si è appreso che anche gli inquirenti italiani stanno indagando sul suo conto. L’uomo ha così chiesto specifiche garanzie che non venga arrestato quando andrà in Italia (ascolta audio).
CSI/Da.Pa.
Gallery audio - Processo di Brusio, minacciato un teste
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CSI 12.05 MARSETTI - PROCESSO 13.11.13.MUS
RSI Info 13.11.2013, 13:22






