Cultura e spettacoli

Johnny be divo!

Mostra del cinema di Venezia: una star reale e una star immaginaria al Lido

  • 5 settembre 2015, 01:34
  • 14 settembre 2023, 09:57
Conferenza stampa di Black Mass a Venezia

Joel Edgerton, Dakota Johnson, Johnny Depp e Scott Cooper

  • RSI

Alla Mostra di Venezia un vero divo che si camuffa, una finta diva che pretende di esserlo davvero. Ovvero quello che succede agli agghiaccianti protagonisti di Black Mass di Scott Cooper e Marguerite di Xavier Giannoli.

Nel primo titolo tocca al sex symbol Johnny Depp apparire pelato, rugoso, con un colorito pallido e i denti marci, trasformare il colore dei (pochi) capelli da castano a biondi e degli occhi da neri ad azzurri, per impersonare il boss della malavita irlandese di South Boston James “Withey” Bulger, che negli ultimi decenni del Novecento si diede a traffici illegali di ogni tipo, uccidendo a sangue freddo chiunque lo tradisse o lo intralciasse. Depp seppure quasi irriconoscibile non smette di farsi apprezzare per la sua bravura, riuscendo a donare al suo personaggio un’azzeccatissima imperturbabilità. Il film descrive la collaborazione di Withey con l’FBI per fare catturare il rivale capo della mafia italiana. Fino alla disfatta finale con l’arresto dei vari membri del clan irlandese.

Palazzo assediato dentro e fuori per l'arrivo di Depp

Palazzo invaso dentro e fuori per l'arrivo di Depp

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I poster di Black Mass al Lido

Al Lido i manifesti più gettonati sono quelli con Johnny pelato e con la montagnona

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Per la star Depp autentico bagno di folla sul tappeto rosso,
Marguerite racconta invece di una ricca signora (
Catherine Frot) che, nei primi decenni del Novecento, sogna di diventare una cantante lirica per soddisfare la sua passione per la musica e riconquistare il marito spesso assente. Si esibisce da anni solo davanti ad un circolo di amici compiacenti e nessuno ha il coraggio di dirle che è molto stonata. Una situazione buffa e tragica allo stesso tempo che si conclude con la follia finale della donna che si autoconvince di essere sempre stata una diva ma muore ascoltando per la prima volta il suo canto registrato. Se a tratti la narrazione appare troppo decorativa, la sua forza sta nella riflessione su quanta potenza creativa ci possa essere nell’imperfezione.

Francesca Felletti


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Telegiornale 04.09.2015, 22:43

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