Domenica 18 maggio 2025 ore 17:35
La definizione della parola “universo” è quella di un luogo in cui tutto è rivolto (dal latino versus) all’uno (uni). Il termine suggerisce dunque una profonda unione tra tutto ciò che in quell’universo è racchiuso, in un rapporto di interconnessione e interdipendenza. “Tutto” è un concetto difficile da immaginare. Parlare del “tutto” sembra significare parlare di “niente”. Eppure “tutto” significa tutto, che è il contrario di “niente” e va da sé che se “tutto” è interconnesso allora nulla è scisso, nessuno è solo, niente è isolato.
E dunque la foglia è connessa al ramo e il ramo al tronco e il tronco alla terra, certo. Ma anche l’albero è connesso all’albero e il bosco è connesso al sottobosco e il sottobosco all’albero che è connesso al micelio e il micelio che è connesso ai minerali che sono connessi all’acqua e tutta l’acqua è connessa a tutta l’acqua del mondo. E il mondo è connesso al mondo e noi al mondo e il mondo a noi, per quanto noi, beh, questa connessione è come se facessimo di tutto per non sentirla, come se volessimo scrollarcela di dosso, questa connessione, come se non sapessimo cosa farcene e fosse più facile vedere il mondo e ogni cosa del mondo come separata, distinta, sola. Perché se ogni cosa del mondo è sola, ogni cosa del mondo è debole, fragile. E allora possiamo controllarla, modificarla e sentirci padroni. E sentirci importanti. Ma se non fossimo importanti per nulla?
“Verso l’uno – cinque capitoli sul bosco e la realtà” è un lavoro che vuole onorare e ammirare la natura del mondo, che vuole osservare il suo essere perfetto, andare oltre a ciò che a noi piccoli uomini sembra essere ingiusto, o cattivo, o sbagliato, per rivelare quanto un disegno apparentemente complesso e sfaccettato sia in realtà semplicissimo quando osservato da vicino e da lontanissimo, e soprattutto quando osservato con uno sguardo privo di giudizio, così come privi di giudizio sono la volpe che mangia il picchio, la pioggia che piove sul mondo, il sole che filtra tra i rami e la quercia che muore. E la quercia che nasce.