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La Recensione

Tiny Desk Concerts

Via dalla pazza folla

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  • 27.5.2024
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  • Musica
Di: Giordano Montecchi

Lo sappiamo, lo viviamo: il web è sempre più ubiquo e invadente. Per molti, troppi, aspetti un Moloch, ma al tempo stesso uno strumento meraviglioso, potenzialmente benefico e filantropico addirittura. Tra i “benefattori”, mi piace pensarli così, del web c’è sicuramente Bob Boilen, newyorkese: per quarant’anni anima e cervello dei programmi musicali di NPR (National Public Radio), una rete radiofonica pubblica senza scopo di lucro con sede a Washington che produce e distribuisce notiziari e programmi educativi a oltre 1000 reti pubbliche locali. Insieme al suo collega Stephen Thompson, Boilen, nel 2008, diede vita a un’impresa controcorrente sotto tutti i punti di vista, che prese il nome di Tiny Desk Concerts. Stanchi e irritati dal dover ascoltare musicisti costretti a esibirsi fra il continuo rumoreggiare del pubblico, i due pensarono di organizzare brevi esibizioni live con artisti o piccoli gruppi dei più svariati generi musicali, nello studio di Bob presso la NPR: una scrivania e soprattutto pareti interamente foderate da scaffali nei quali erano ammassate montagne di libri, dishi e altri materiali. Un quarto d’ora di musica in una stanza, con quell’acustica asciutta e pulita che solo le biblioteche possiedono, giusto un paio di microfoni e come eventuale pubblico qualche decina di dipendenti (in piedi) della radio. Nell’aprile del 2008, il primo video della cantautrice Laura Gibson, caricato online, ebbe un numero lusinghiero di visualizzazioni, un segnale chiaro che bisognava replicare l’esperimento. Alla fine dell’anno erano online dieci Tiny Desk Concerts. E oggi, quindici anni dopo, secondo wikipedia, ce ne sono oltre 1500, tutti o quasi disponibili online. In quel piccolo studio è passato l’intero mondo musicale di questi ultimi anni: centinaia di giovani esordienti, ma anche i più grandi: da Cat Stevens, a Sting, a Burt Bacharach, pop star di grido come Miley Cyrus, Justin Bieber, Coldplay, ma anche interpreti del calibro di Daniil Trifonov, Alice Sara Ott, Yo-Yo Ma, Quartetto Emerson.
Benefattori, dicevo all’inizio. Perché coniugare l’esecuzione dal vivo, il web, i più diversi generi musicali, accomunati da una sorta di nudità tecnologica e dal fascino intimista dell’esecuzione cameristica, lontana mille miglia dai bagni di folla, è davvero un atto di civiltà.

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