
Boris Pahor
Laser 06.09.2012, 02:00
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"Non ho paura della morte come tale, è più il dispiacere di perdere la vita. Certo, anche il mistero imperdonabile di ciò che c'è dopo mi provoca inquietudine. Ma più di tutto mi dispiace perdere la cosa positiva della vita: le donne che ho amato, e la natura''. Alle soglie dei cento anni Boris Pahor ci permette di entrare nelle storie di un grande uomo e di un grande testimone in un viaggio intimo tra passato e futuro. Nel suo racconto i decenni si attraversano: dagli anni della Trieste fascista, dove alla comunità slovena, cui Pahor appartiene, venivano progressivamente sottratti tutti i diritti, alla deportazione nel campo di concentramento come internato politico.
Boris Pahor ha recentemente pubblicato per Rizzoli la sua prima autobiografia intitolata "Figlio di nessuno" scritta insieme alla giornalista del Sole 24Ore Cristina Batocletti. Nel 2008 Fazi ha pubblicato, in traduzione italiana, il suo capolavoro, "Necropoli".
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